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Morte Palazzotto a Bitritto, il Tribunale sequestra i beni di Assunto: sigilli a vigneti e casa da 300mila euro

25 Giugno 2024
– Autore: Raffaele Caruso
25 Giugno 2024
– Autore: Raffaele Caruso

Il gup Giuseppe Montemurro ha firmato il provvedimento di sequestro delle quote di alcuni terreni (tra cui due vigneti e un mandorleto) e di un appartamento a Bitritto riconducibili al 30enne Francesco Assunto, il gestore del bar Coffee Time di Bitritto, a processo per l’omicidio volontario con dolo eventuale di Giovanni Palazzotto, avvenuto all’alba del 20 novembre 2022 davanti alla sua attività. L’imputato ha chiesto e ottenuto di essere processato con il rito abbreviato nell’udienza preliminare che si è tenuta il 4 aprile scorso. Potrà ottenere uno sconto di un terzo sulla pena inflitta. Si tornerà in aula il 4 luglio per la discussione.

I familiari di Palazzotto si sono costituiti parti civili e il provvedimento garantirebbe loro l’eventuale risarcimento dei danni in caso di condanna di Assunto. L’appartamento è stato recente messo in vendita al prezzo di 298mila euro. “Un’iniziativa che certamente determina una riduzione della garanzia patrimoniale in caso di condanna al risarcimento dei danni”, scrive il gup che ha disposto dunque il sequestro conservativo.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Assunto avrebbe causato intenzionalmente la morte di Palazzotto bloccandolo a terra per circa 16 minuti, comprimendogli il torace con le ginocchia per impedirgli di entrare e danneggiare il suo bar. Arrestato per omicidio, fu scarcerato dopo pochi giorni dal gip che ha ritenuto come il 32enne avesse agito per legittima difesa o, al massimo, per un eccesso colposo in legittima difesa. La Cassazione ha però respinto il ricorso della difesa, confermando la misura cautelare (domiciliari) e la tesi della Procura.

Nell’ordinanza emanata il Riesame aveva invece ritenuto l’esistenza dei “gravi indizi di colpevolezza”, relativi al reato di omicidio volontario, e ipotizzato anche il dolo eventuale e il pericolo di reiterazione dello stesso reato. “La violenza, l’assenza di alcuna remora morale, la spietata freddezza e il gratuito accanimento mostrati da Assunto nei confronti della vittima non possono dirsi sopiti e pertanto, secondo i giudici, c’è il pericolo che l’indagato possa commettere altri delitti della stessa specie – si legge nelle carte -. Assunto avrebbe infierito in maniera continuativa con la forza fisica e con continui insulti contro il Palazzotto, non mostrando pietà nemmeno quando quest’ultimo era in fin di vita e avrebbe evidenziato totale insensibilità perfino dinanzi al cadavere alla presenza dei carabinieri intervenuti”.