In questi ultimi giorni sui social, soprattutto su Facebook, in molti hanno discusso in merito alle affermazioni fatte dall’amministratore delegato del pastificio pugliese Divella, Vincenzo Divella, in merito all’approvvigionamento del grano bloccato all’est a causa della guerra in Ucraina. Come sottolinea il patron, Ucraina e Russia da sempre sono il serbatoio alimentare e di grano dell’Europa e, con la guerra e le sanzioni alla Russia, il settore sarà costretto a rivolgersi ad altri mercati, con costi superiori.
Un’affermazione che ha scatenato una marea di polemiche da parte dei consumatori. In molti, infatti, hanno accostato il pacco di pasta con scritto “100% grano italiano” all’articolo in cui il patron della Divella annunciava il blocco degli approvvigionamenti di grano dalla Russia. “Ma come è possibile? Dicono grano italiano e poi lo importano dalla Russia?” si sono chiesti dei consumatori. Alcuni, però, hanno usato dei toni non molto felici, arrivando a insultare pesantemente l’azienda pugliese.
In realtà, come spiegato dall’azienda, la linea integrale è a tutti gli effetti prodotta con semola di grano duro 100% italiano, mentre il grano importato dall’est serve per la produzione di farine per panificazione e pasticceria, essendo l’Italia per parte produttrice di grano duro.
Gli insulti, però, nonostante la spiegazione da parte di Domenico Divella non si sono fermati. Se da un lato ci sono stati consumatori che, come sottolinea Divella, con toni garbati hanno chiesto chiarimenti, dall’altro lato alcuni hanno continuato a usare parole pesanti che hanno spinto l’azienda a querelare. “Sono sempre a disposizione dei consumatori che chiedono chiarezza in merito alla pasta correlata alla situazione in Russia e Ucraina, ma vi invito a riflettere bene sui toni e le parole prima di scrivere dato che stiamo intraprendendo azioni legali”.