“In Ucraina ho lasciato mio marito, ma anche mio figlio che ha solo 19 anni. È la prima volta che nella mia vita li lascio per così tanto tempo”. Elena è riuscita a scappare dalla guerra che ha colpito il suo paese. Lei, come tante altre, ha dovuto lasciare i suoi parenti in Ucraina per riuscire a scappare dai bombardamenti russi. “Non so se li rivedrò”. Elena ha dovuto spiegare a suo figlio di 4 anni cosa è la guerra. Nonostante la tenera età adesso sa che significa doversi riparare dalla bombe.
Il suo dolore è straziante. I suoi occhi sono spenti mentre racconta dei suoi parenti bloccati a Kiev. “Stavamo progettando una vacanza per questa estate e pensavamo di venire in Italia, mai avremmo pensato che potesse scoppiare una guerra nel nostro paese”.
Elena ricorda i giorni in cui si parlava di un possibile attacco da parte della Russia. “L’Ucraina è stato sempre un paese pacifico. Nell’arco della storia non ha mai attaccato ma si è sempre difeso. La decisione di disarmarci era proprio per evitare che qualcuno potesse pensare che fossimo ostili. Quando sentivamo le notizie in televisione non ci volevamo credere, pensavamo che non potesse accadere e invece in un giorno i bombardamenti sono stati così veloci che nel giro di poche ore sono arrivati a Kiev”.
“Questa non è una guerra, è un genocidio. Per la follia di una persona sanguinaria, vengono uccisi i bambini. I bombardamenti interessano scuole e asili, pullman della Croce Rossa. Se i paesi della Nato avessero preso le decisioni in modo più celere, di certo si potevano salvare molte più persone che con la guerra non hanno niente a che fare”.