La Dda di Bari, nell’ambito del processo di primo grado “Do ut des”, ha chiesto 3 assoluzioni, 2 proscioglimenti per prescrizione dei reati e 13 condanne (a pene comprese tra i 3 e i 20 anni di reclusione) nei confronti di 18 imputati ritenuti affiliati o vicini al clan Parisi di Bari.
L’inchiesta fa riferimento a diversi episodi di estorsione ai cantieri edili avvenuti tra il 2010 e il 2015. I reati contestati dall’accusa sono quelli di favoreggiamento. violazione di domicilio, invasione di terreni ed edifici, furto, illecita concorrenza con minaccia e violenza, associazione mafiosa, estorsione, lesioni personali e detenzione e porto di armi.
Tra gli imputati c’è anche Tommy Parisi, cantante e figlio del capo clan Savinuccio, che rischia una condanna a 10 anni di reclusione. La condanna più elevata (a 20 anni di reclusione) invece è stata chiesta per l’imprenditore Emanuele Sicolo, di recente arrestato nell’operazione Levante.
“La Procura ha inoltre chiesto la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa per gli imprenditori Alessandro Sicolo, fratello di Emanuele (13 anni), Paolo Maiullari (10 anni), Pasquale Barile (7 anni) e Giuseppe Putignano (9 anni), accusati aver messo le rispettive imprese a disposizione del clan. Chiesta l’assoluzione per il quinto imprenditore coinvolto, Raffaele Parisi”, si legge su La Gazzetta del Mezzogiorno. La prossima udienza si terrà il 19 maggio.