“Il Covid è un soldato minuscolo di Allah, mandato per punire la miscredenza occidentale”. Questa è una delle frasi intercettate dalla Polizia di Stato nell’inchiesta della DDA di Bari sul presunto gruppo di finanziatori dell’Isis. I quattro albanesi arrestati questa mattina sono Yljan Muca, 31 anni, Roland Leshi, 37 anni, Elsio Ramku, 33 anni, Roland Belba, 37 anni, residenti tra Bari, Adelfia e Rutigliano. Ramku, avendo ottenuto la cittadinanza italiana, aveva vinto il concorso pubblico per lavorare all’interno del Comune di Bari ed è dipendente dell’Ufficio tecnico.
Secondo le indagini Muca sarebbe stato il promotore dell’iniziativa di raccolta del denaro, Leshi e Ramku avrebbero avuto il ruolo di intermediari e Belba, cognato di Muca, con la complicità di altre due persone in Albania, avrebbe materialmente trasferito i soldi attraverso canali non tracciabili, trasportando il denaro in un borsone nascosto in un camion a bordo di un traghetto.
I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra maggio e luglio 2020. All’indagato Muca è contestato anche il reato di apologia di terrorismo per aver diffuso tramite una chat WhatsApp, la stessa sulla quale avrebbe lanciato la raccolta di denaro, il link di un video sull’arresto di 40 sospetti affiliati all’Isis “con la raffigurazione delle effigi di alcuni Imam, tra cui Genci Abdurrahim Balla – si legge negli atti – con conseguente rievocazione ed esaltazione della condotte commessi da questi e delle ragioni della detenzione con presa di distanza dall’azione della polizia”.
“Sono molte le conversazioni in cui vengono analizzate vicende internazionali. Una risalente al 2020 – spiega il procuratore aggiunto di Bari, Francesco Giannella – è legata alla contrapposizione estrema tra occidente e oriente e la situazione dei Balcani e dell’Ucraina, che letta oggi con ciò che sta accadendo fa un certo effetto”.