Siamo tornati a fare visita a Maria Elena. Vi avevamo raccontato qualche tempo fa del furto del suo Fiat Doblò fortunatamente poi restituito dai ladri. Affetta dalla sclerosi multipla dal 1990 e per questo costretta in sedia a rotelle, Maria Elena deve fare i conti come tanti altri con il problema della continuità terapeutica.
“Non è l’unica, sembra essere una peculiarità dell’Asl di Bari – racconta il marito Leo Damiani, medico ginecologo del Di Venere -. Lei ha bisogno di fisioterapia motoria e di logopedia, viene il fisiatra o il neurologo a casa, ordinano delle prestazioni e, una volta terminate, bisogna aspettare la successiva visita fiscale, che può avvenire anche dopo due mesi, per ricevere nuove cure. Vengono a controllare se quelle terapie hanno portato beneficio fino alla guarigione, ma la sua patologia non guarisce tranne in caso di miracolo. Sono anni che dobbiamo fare i conti con queste volontà, mi dispiace dirlo da medico ma sono colleghi che hanno poco a fare con la medicina e il codice deontologico”.
“Un neurologo, dopo aver conosciuto mia moglie per la prima volta e dopo essersi conto della situazione, ha prescritto la logopedia per migliorare la respirazione e altri funzioni fondamentali – continua -. Ha chiamato l’Asl ma la responsabile del servizio di Riabilitazione ha detto che non poteva prescriverla lui e che era compito del collega fisiatra. Mia moglie ha interrotto da febbraio le cure”.
Dopo diverse lamentele, Leo è passato ai fatti. “Ho fatto una diffida all’Asl di Bari, ma non ho ricevuto risposte più di 8 giorni – conclude -. Ora presenterò una denuncia penale contro la responsabile del servizio di Riabilitazione, perché lei è la responsabile di questa disorganizzazione. Ho chiesto anche l’intervento dell’Ordine dei medici, adesso basta c’è un limite”.
“Io rido, è una battaglia. Io ad esempio la r non la riesco più a dire, gli esercizi mi aiuterebbero per quello che riesco a fare”, chiosa Maria Elena.