“Sono un infermiere del 118 con specializzazioni in emergenza. Lavoro da tantissimi anni in ambulanza, non ho mai avuto denunce e un motivo ci sarebbe. Vi scrivo dopo l’ennesima umiliazione da parte di medici del Pronto Soccorso e le falsità comunicate dalla Centrale Operativa 118 ai Pronto Soccorso. Finisci per essere criticato, umiliato con parole forti come ‘Ritorna in cantina autotrasportatore’ dopo che porti al Pronto Soccorso codici rossi e non cazzate”.
Inizia così lo sfogo inviato alla nostra redazione da un infermiere 118 “scritto con le lacrime agli occhi”. “Io non ce la faccio più. Prima eravamo eroi, ma io non sono un eroe – spiega -. Mi spacco solo il culo 12 ore di seguito, salvo gente soprattutto anziani, faccio il lavoro più bello del mondo… salvare la gente! Non voglio medaglie, lottiamo sotto il freddo, pioggia, neve, vento. Arriviamo ai Pronto Soccorso dopo che riprendiamo la gente e il medico mi dice ‘Tutti qui li portate? Non potete andare in altri ospedali? Ti diverti? Non capisci niente, adesso la barella ve la blocchiamo. Io sono il medico, tu sei un semplice infermiere e non capisci nulla”.
“Oggi per l’ennesima volta ho subito tutto ciò e ho avuto un piccolo malore – conclude -. Un domani anch’io potrò soccorrere uno di loro, o portare uno di loro o un loro parente, voglio vedere cosa mi direbbero! Non so se questa lettera avrà un seguito, non so se io continuerò ancora a lavorare in ambulanza per essere umiliato, non lo so ma oggi mi sono fermato in un angolo e ho pianto! Chiedendomi dove ho sbagliato, dove sbaglio. Io non sono un pupazzo. Un giorno un medico mi stava quasi menando per aver portato un codice rosso senza medico! Dico basta!! Difendiamoci Infermieri 118”.