Torniamo a parlare del poliziotto penitenziario che a febbraio del 2021 decise di togliersi la vita sparandosi un colpo in testa con la pistola di ordinanza. Sulla morte di Umberto Paolillo abbiamo cercato risposte insieme alla mamma Rosanna che non riesce a capacitarsi del fatto che nessuno abbia il coraggio di parlare.
Rosanna ha scoperto che per fortuna il fascicolo di indagine per istigazione al suicidio è ancora aperto, lasciando in lei la speranza di riuscire ad avere le giuste risposte sulla morte del figlio.
“Tutti sanno ma non vogliono parlare. Il collega che ha deciso di raccontare ciò che accade nel carcere di Turi è stata una stella scesa dal cielo. Ha parlato con i miei avvocati, ma oltre lui nessun altro si è fatto avanti. Mi rivolgo a chi sa qualcosa: vi prego parlate. Non capisco di cosa avete paura. Io ho 81 anni e mio marito 88 e meritiamo di morire sapendo che Umberto ha avuta giustizia. Le indagini sono lente e non voglio morire prima di avere risposte”.
Nel frattempo noi di Quinto Potere abbiamo inviato una mail pec agli organi competenti per chiedere il punto di vista e la loro posizione in merito alla tragica morte dell’assistente capo della Polizia Penitenziaria Umberto Paolillo. Purtroppo non abbiamo ancora ricevuto risposta e invitiamo ancora una volta chi di dovere di rispondere alle nostre domande.