“Il problema è la testa. Non siamo in Germania dove c’è civiltà. In Italia non si può”. Parole sante se poi, appena dette, passa un ragazzo davanti alla telecamere che impenna col monopattino. Tralasciando quelli che poco prima sono passati in due a bordo di un solo mezzo a due ruote, nonostante sia vietato.
Siamo andati in corso Vittorio Emanuele dove, dopo il rifacimento dell’asfalto, è in discussione da parte di commercianti e baresi il ripristino della pista ciclabile light. Per la maggior parte non si deve fare. In molti hanno commentato l’annuncio dell’assessore Galasso con la frese di Sant’Agostino: “Errare è umano, perseverare è diabolico”. Sì perché per molti quella pista ciclabile, soprattutto per chi la bicicletta la prende solo una volta ogni morto di Papa, è stato un errore sin dal principio.
Come sempre il cambiamento porta scompiglio. Di certo se viene fatto con coscienza, nessuno potrebbe proferire parola. Ma se pensiamo a come la pista ciclabile è stata fatta, probabilmente si sarebbe potuto trovare un modo per evitare che le auto potessero parcheggiarci sopra, per non parlare dei tanti pedoni che pensano sia un nuovo marciapiede.