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Raccolta rifiuti, appalti truccati a Mola Conversano Polignano e Monopoli: 8 indagati – I NOMI

6 Maggio 2022
– Autore: Raffaele Caruso
6 Maggio 2022
– Autore: Raffaele Caruso

Otto persone tra dipendenti pubblici e imprenditori sono accusate di aver truccato l’appalto da 120 milioni per la raccolta dei rifiuti nei Comuni di Monopoli, Conversano, Mola e Polignano favorendo una impresa che avrebbe dovuto essere esclusa dalla gara. L’inchiesta della Procura di Bari è emersa oggi con la notifica degli avvisi di conclusione firmati dal pm Claudio Pinto (che ha coordinato le indagini della Finanza di Monopoli) per i reati di turbativa d’asta e falso ideologico.

Le accuse riguardano a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità i dipendenti pubblici Pompeo Colacicco, 50 anni di Bari, all’epoca dirigente del Comune di Monopoli (oggi al Comune di Bari), Massimo D’Adamo (dirigente dell’Ufficio ambiente del Comune di Conversano) Amedeo D’Onghia (responsabile dell’Ufficio dei Comuni dell’Aro Bari 8 dal 1° luglio 2017), Danilo Santamauro (direttore esecutivo del contratto per il Comune di Monopoli) e Raffaella Longo (direttore esecutivo del contratto per il Comune di Conversano) oltre a Vittorio Lana (legale rappresentante della Ecologia Falzarano), Paolo Aureli e Domenico Di Mise (dipendente della società).

Secondo l’accusa, che dovrà ora passare dal vaglio del giudice, la Falzarano avrebbe dovuto essere esclusa dall’appalto per via di «violazioni gravi, definitivamente accertate, rispetto agli obblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse o dei contributi previdenziali». Le accuse dovranno ora passare al vaglio del giudice. Gli indagati hanno la possibilità di chiedere di essere sentiti prima che il pm decida sull’eventuale richiesta di rinvio a giudizio. I titolari della Ecologia Falzarano (nel frattempo fallita) sono stati arrestati a gennaio con le accuse di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e reati fiscali. L’inchiesta è della Procura di Benevento. Lorenzo Falzarano, imprenditore di Airola, è finito in carcere, mentre la moglie Loredana De Simone è stata posta agli arresti domiciliari. A Lana, rappresentante legale, è stata applicata l’interdizione dall’attività imprenditoriale per un anno. Il provvedimento per i primi due è stato confermato dal Riesame.