“Negli ultimi anni, le dotazioni organiche delle aziende sanitarie della nostra regione (ASL, Aziende Ospedaliere e IRCCS) sono state legate alla disponibilità finanziaria e non ad un calcolo ragionato basato su evidenze scientifiche e su modelli organizzativi accreditati”. Torniamo a parlare delle gravi criticità che il sindacato Nursind Puglia, nella persona del coordinatore regionale Francesco Balducci, sottolinea ancora una volta con una nota inviata al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all’assessore alla Sanità, Rocco Palese, e al presidente del Dipartimento Salute, Vito Montanaro.
“In particolare, la dotazione organica infermieristica è pesantemente sottodimensionata in confronto ad altre regioni aventi un numero simile di abitanti. Sul piano operativo, la carenza si aggrava ulteriormente se consideriamo anche i seguenti fattori, che di solito non vengono sufficientemente valutati in sede di determinazione del fabbisogno:
1. l’età media del personale sanitario e di supporto, che nella nostra regione è tra le più alte in assoluto;
2. l’elevato numero di infermieri con limitazioni all’idoneità lavorativa (a causa dell’età anagrafica elevata), che si ripercuote negativamente sia sulla salute degli stessi lavoratori che sull’efficienza dei servizi;
3. le assenze dal servizio da parte del personale che beneficia dei permessi di cui alla legge 104/92;
4. tutte le assenze dal servizio che si verificano nell’anno a vario titolo (permessi per l’aggiornamento, congedi parentali, malattie, ferie, ecc.)”.
“È risaputo – sottolinea Balducci – che un numero adeguato di operatori (soprattutto infermieri), insieme ad una buona gestione organizzativa possono fare la differenza tra una sanità di qualità, apprezzata dai cittadini, ed una sanità di qualità appena passabile, se non addirittura scadente. Alla luce di quanto sopra, bene ha fatto l’Assessorato, nei mesi scorsi, a sollecitare le aziende sanitarie a riformulare i piani del fabbisogno del personale aumentandoli, ma è evidente che, al punto in cui siamo, la problematica non possa trovare una soluzione immediata. Pertanto, la scrivente OS ritiene necessario evidenziare alcune gravi criticità che richiedono da subito la massima attenzione:
• anche se lo stato di emergenza è stato ufficialmente revocato, permangono le criticità legate alla gestione dei pazienti COVID positivi che determinano ancora una situazione di grave sofferenza delle strutture assistenziali (118, pronto soccorso, reparti di degenza, ecc.) con un aggravio dei carichi di lavoro divenuti ormai insostenibili;
• le lamentele quotidiane dei cittadini utenti circa le lunghe liste d’attesa per le prestazioni sanitarie;
• dal 1 giugno comincia il periodo delle ferie estive cui tutti i lavoratori hanno diritto, compreso il personale sanitario, e ciò determinerà un peggioramento delle difficoltà operative, oltre che un aumento dei disservizi per gli utenti.
Urgono, quindi, soluzioni immediate e coraggiose che consentano di superare la difficile congiuntura. Va da sé che, in questa fase, ogni tentennamento non fa altro che ingigantire i problemi sia per i cittadini che per gli stessi operatori impegnati sul campo. Non fa piacere che i cittadini parlino male della sanità pubblica perché percepita di qualità scadente e anche perché costretti a cercare nel privato (a pagamento) la soluzione alle lunghe liste d’attesa; non fa neanche piacere sapere che tanti infermieri e medici preferirebbero andare a lavorare in altre regioni, dove vi sono condizioni di lavoro migliori, meglio retribuite e maggiormente gratificanti sul piano professionale”.
“Inoltre, sul piano squisitamente sindacale, questa OS non può non ricordare i problemi ancora sul tavolo, ovvero:
• l’assunzione in tempi celeri dei vincitori del concorso regionale per infermieri indetto dalla ASL Bari;
• la problematica innescata dalla “gestione” della graduatoria provvisoria dello stesso concorso durante le fasi acute della pandemia che ha portato le aziende a stipulare contratti a tempo determinato con infermieri che, in alcuni casi, si sono dimessi da impieghi a tempo indeterminato presso altre aziende;
• le procedure di mobilità in atto che vedono ancora una volta le aziende muoversi con tempi e modalità differenti, generando incertezze e dubbi tra gli aspiranti;
• la stabilizzazione dei tempi determinati che nel frattempo hanno maturato i requisiti di legge o che li matureranno nei tempi previsti;
• la legittima e sacrosanta aspettativa degli idonei del concorso regionale per infermieri a veder scorrere la graduatoria, così come è giusto che sia e come avviene in tutte le altre regioni d’Italia.
In un contesto di evidenti difficoltà del sistema per le carenze di organico, l’incertezza della politica e del management diventano sempre più incomprensibili e paradossali agli occhi degli infermieri che attendono una risposta certa ai problemi occupazionali. Per tutto quanto sopra, il Nursind chiede di voler predisporre e adottare, nel più breve tempo, un efficace piano di assunzioni da parte delle aziende sanitarie, coordinato dall’Assessorato, che consenta di dare risposta concreta sia alle aspirazioni degli infermieri in attesa del tempo indeterminato, sia ai cittadini che chiedono una sanità di qualità e tempestiva nell’erogazione dei servizi”.
“In attesa che si concretizzi tale soluzione, al fine di evitare un’ulteriore riduzione dei servizi durante il periodo estivo e considerato che la legge di bilancio lo consentirebbe, si chiede di dare indicazione alle aziende sanitarie di prorogare i contratti a tempo determinato almeno fino al 31 dicembre 2022. Infine – conclude il sindacato -, la scrivente si augura che si possa davvero superare la piaga del precariato e lo stillicidio delle proroghe, adottando finalmente una politica delle assunzioni che preveda concorsi per tutti i profili della sanità, banditi con cadenza regolare e nel rispetto dei tempi e delle modalità previsti dalle leggi.