Il mix di inciviltà e “distrazione” ha reso i bagni pubblici (chimici ed ecologici) installati in occasione della festa di San Nicola un vero e proprio incubo. Dal teatro Margherita a Corte del Catapano, dal Fortino a N’ dèrre a la lanze, non c’è stato un blocco di bagni risparmiato dalle lamentele delle migliaia e migliaia di persone che hanno affollato i luoghi della sagra.
Ciò che ha colpito i più attenti sono state le difformità strutturali dei container rispetto alle caratteristiche previste dal bando triennale vinto da un’azienda Toscana, i cui primi due anni sono stati nulli in considerazioni dei mancati festeggiamenti causa Covid.
Nessuno scalino e un discutibile accesso ai bagni per disabili, senza maniglione, con una pedana di legno, ma soprattutto trasformati in deposito. E poi scarichi rotti, turche intasate, la mancanza di luci, tanto che si era costretti ad accendere la torcia del cellulare per capire dove mettere i piedi.
Capitolo a parte rispetto alle pulizie. Gli addetti si sono fatti in quattro per cercare di assicurare un servizio dignitoso, praticamente una chimera nelle postazioni non presidiate. A tutto questo va aggiunto il senso di civiltà di alcuni baresi, prossimo allo zero. In alcuni casi gli sciacquoni sono stati divelti per usarli come doccia. In un water, poi, è stata trovata una bottiglia di birra piena di pipì, senza contare le manomissioni gratuite, tanto per creare problemi come se non ce ne fossero già abbastanza.
Il sospetto, in ogni caso, soprattutto dopo due anni di blocco dei festeggiamenti e quindi dell’appalto è che chi avrebbe dovuto controllare, se non altro la conformità all’appalto delle strutture, sia stato particolarmente distratto.