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Festa della Repubblica, Ugl non dimentica i lavoratori: bus con striscioni e bandiere contro il salario minimo

3 Giugno 2022
– Autore: Eleonora Francklin
3 Giugno 2022
– Autore: Eleonora Francklin

“Un tour per le vie del centro della città di Bari con un pullman Open City per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto a temi che saranno il cavallo di battaglia nei prossimi mesi”. Ieri, in occasione della Festa della Repubblica, la Ugl ha deciso di non dimenticarsi dei lavoratori sfilando per le vie della città con bandiere e striscioni.

“La crisi economica che stiamo attraversando sta creando dei nuovi poveri, quei poveri che pur lavorando non riescono a sbarcare il lunario – a dichiararlo è Antonio Caprio Segretario Generale della UTL UGL di Bari -. La situazione sta diventando sempre più preoccupante, gli aumenti derivanti del costo dell’energia, delle materie prime e degli alimenti, impone al sindacato un’attenta riflessione sul costo del lavoro”

“Serve un vero e proprio cambio di rotta, basta con bonus e sussidi, il precariato e le retribuzioni inadeguate stanno creando maggior povertà. Per questa ragione noi della UGL abbiamo inteso mettere in campo una serie d’iniziative per sensibilizzare tutto il mondo politico. Nei prossimi mesi inizierà la discussione sulla legge di stabilità e noi della UGL, chiediamo a gran voce la riduzione del cuneo fiscale del mondo del lavoro, chiediamo interventi mirati a garantire l’aumento dei salari. Ridurre il costo del lavoro significa introdurre nelle tasche dei lavoratori maggiori risorse, risorse che servirebbero a dare impulso ad una economia stagnante”.

“Oggi mediamente un lavoratore full time guadagna circa 1300 euro al mese, e che tra fitto/mutuo, bollette varie, carburante e spesa alimentare, forse arriva alla terza settimana. Solo attraverso una vera riforma sul cuneo fiscale, magari partendo dalla detassazione di alcuni istituti contrattuali quali, notturno, festivo, ferie, permessi, lavoro straordinario e tredicesima mensilità, si riuscirebbe a incrementare il salario di almeno duecento euro mensili. Siamo la nazione che negli ultimi 30 anni ha visto in controtendenza a tutti gli altri paesi Europei, una notevole riduzioni dei salari, tutto questo non può essere più accettabile, serve una vera mobilitazione generale dei lavoratori, per questo la UGL si pone quale interlocutore primario” conclude Caprio.

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