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In fuga dall’eroina, Giovanni e la tensione in comunità: “È dura ho perso la testa”

10 Giugno 2022
– Autore: Antonio Loconte
10 Giugno 2022
– Autore: Antonio Loconte

È sabato sera, sono più o meno le 9. Squilla il telefono e sul display compare il nome: Giovanni. Sì, mi sta chiamando proprio Giovanni. La cosa mi insospettisce, nella comunità di recupero in cui si trova non può usare il cellulare. Rispondo e la ciò che sento mi manda in tilt: “Me ne sono andato, mi vieni a prendere?”. Vado in agitazione prima di replicare senza alcun dubbio: “Se te ne vai dalla comunità non contare più su di me”.

Una situazione critica, che sarebbe potuta finire in qualunque modo. Dopo il colloquio con l’educatore e il trasferimento temporaneo in una comunità vicina per un periodo di riflessione, Giovanni torna sui suoi passi. Una fortuna per lui, in fondo il percorso di recupero dalla dipendenza dell’eroina dipende solo ed esclusivamente da lui. Tanti lo sostengono, molti altri non vedono l’ora di assistere al suo crollo.

Nel frattempo, tra alti e bassi è passato un mese e mezzo. Troppo? Troppo poco? Nessuno può dirlo. Lo abbiamo lasciato riflettere su quanto successo prima di andare a trovarlo, portandogli la spesa che ci aveva chiesto nel primo incontro, pagata grazie alle donazioni di tre benefattori. Giovanni, 23enne che ha vissuto circa 6 anni per strada, almeno due dei quali con il “conforto” dell’eroina e una serie di errori che gli hanno aperto le porte del carcere, è stato molto fortunato a incontrare sulla sua strada persone che hanno sofferto e hanno per questo deciso di tendergli una mano.

Speriamo comprenda fino in fondo l’enorme dono che Dio gli ha riservato, con una vita davanti e la possibilità di rincorrere ancora a lungo i propri sogni. Tornando all’idea di lasciare la comunità, si è trattato di una scelta presa a causa del rapporto difficile con un altro ospite, un uomo che adesso ritroverà e con il quale dovrà trovare il modo di convivere per evitare altre cadute.