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Imu, 70mila baresi chiamati a pagare. Carrieri: “Cittadini trattati come bancomat 91 milioni nelle tasche del Comune”

16 Giugno 2022
– Autore: Eleonora Francklin
16 Giugno 2022
– Autore: Eleonora Francklin

“Sono circa 70mila i baresi e le imprese che in queste ore dovranno versare nelle casse comunali circa 91milioni di IMU. L’imposta patrimoniale sulle seconde case e sugli immobili produttivi, che ogni anno sottrae milioni di euro ai cittadini”. A parlare è l’avvocato Giuseppe Carrieri, ex consigliere comunale e metropolitano di Forza Italia.

“A Bari – spiega – l’imposta è da tempo fissata dal Comune nella misura massima prevista dalla legge, 1,06%, e costituisce un chiaro “esproprio legalizzato” della proprietà privata in favore della pubblica amministrazione. Basta considerare che in vent’anni si paga il 20% del valore catastale dell’immobile e si perde pertanto il 20% del valore della casa o del negozio che ciascuno ha comprato con i propri risparmi (già tassati)”.

“L’IMU media a Bari è pari a circa 1.700 euro, quasi quanto quella di Roma (2mila euro), di Milano (2mila euro) o di Genova (1.700 euro); città dove però il valore degli immobili è più elevato e gli stipendi medi sono molto più alti. Grave è l’impatto sull’economia cittadina conseguente alla perdita di quasi 100 milioni di euro che, invece di essere spesi dai baresi in città, verranno incassati dal Comune per pagare servizi pubblici pessimi (all’Amtab andranno circa 35 milioni; alla Multiservizi 7 milioni; alla sicurezza urbana circa 25 milioni di euro)” sottolinea l’avvocato.

“Noi – conclude – siamo totalmente contrari alle imposte patrimoniali sugli immobili e contestiamo (da anni) l’applicazione da parte di questa Amministrazione Comunale di aliquote fiscali ai massimi di legge. Pretendiamo che vengano eliminati gli enormi sprechi quotidiani di denaro pubblico e che le aziende municipali si finanzino con le loro gambe, se ne sono capaci. Il cittadino non può essere il bancomat a cui rivolgersi perché si non si è in grado di amministrare con oculatezza la cosa pubblica e di tagliare i troppi rami secchi della pubblica amministrazione”.