Skip to content

Bari, salario minimo e nuovi schiavi. Il caso dei portieri all’Università: pubblico paradosso

16 Giugno 2022
– Autore: Eleonora Francklin
16 Giugno 2022
– Autore: Eleonora Francklin

Mentre in Italia si sta discutendo sull’aumentare il salario minimo a 9 euro l’ora, ci sono alcuni lavoratori che nel giro di pochi mesi si sono visti cambiare la tipologia di contratto, con conseguente cambiamento della retribuzione, da 8.10 euro l’ora a 4.50 euro lordi all’ora. È il caso dei portieri dell’Università degli Studi di Bari.

“Sono 27 anni che lavoro per l’università. Negli ultimi 17 anni siamo stati acquisiti da Gsa, Gruppo servizi associati. Con il rinnovo dell’appalto per il servizio di portierato, invece di partecipare con il contratto multiservizi con una paga di 8.10 euro l’ora, la Gsa ha presentato contratti in servizi fiduciari con 4,50 euro lordi all’ora. Se qualcuno di noi si è venduto per qualche ora di straordinario, noi abbiamo deciso di non accettare, rimanendo con il contratto multiservizi. Ovviamente la retribuzione è stata cambiata e percepiamo anche noi i 4.50 euro lordi”.

“Un rappresentante legale della Gsa accetterebbe mai di lavorare per un simile salario? E l’università in cui si insegna l’etica del lavoro, la filosofia e l’economia, come può accettare dei contratti così da fame? Chiediamo che almeno i part time possano ottenere l’incremento delle 50 ore e che lascino i contratti come multiservizi. Con questa paga a stento riusciamo a sopravvivere. Non abbiamo neanche i soldi per pagare le medicine”.