La fase acuta della pandemia è alle spalle, ma la tenuta del sistema ospedaliero pugliese è ancora messo a dura prova. Carenza di posti letto, pazienti costretti a stare sulle barelle, Pronto Soccorso intasato e reparti ridotti all’osso: la situazione del Policlinico di Bari è la fotografia perfetta di quanto sta accadendo in più parti della nostra regione.
Sarebbero almeno 40 i pazienti al Pronto Soccorso in attesa di un letto, alla base di queste problematiche ci sarebbero anche gravi carenze strutturali. Con l’arrivo dell’estate, ma non solo, c’è poi chi si reca anche quando non ne avrebbe bisogno.
“Qui al Policlinico posti non ce ne sono e per dimostrarlo basta andare al pronto soccorso – denuncia il dottor Antonio Mazzarella, segretario regionale della Cgil medici a la Repubblica -. Tutta la Puglia è in affanno: la pandemia ha di fatto bloccato gran parte dell’attività ordinaria e alla ripresa c’è stato il problema di recuperare tutte le prestazioni che non erano state erogate nel periodo pandemico. La situazione è diventata ancora più tragica e, tra l’altro, il Covid non ha ancora mollato del tutto: ci sono ancora ricoveri. I reparti che risentono maggiormente dell’emergenza sono le terapie intensive, le subintensive pneumologiche e alcune chirurgie. C’è una combinazione tra gli eterni lavori di adeguamento del Policlinico e una riduzione dei posti letto, dovuta all’emergenza Covid, non ancora rientrata. Alla carenza di personale si aggiunge quella delle strutture che attualmente non consentono un lavoro sereno e adeguato. Ci sono diversi reparti che non hanno più una sede fissa. Stiamo valutando l’apertura di una vertenza sulle condizioni di lavoro del personale sanitario che è allo stremo, fa il massimo in condizioni non ideali. E questo è inaccettabile: chiediamo con estrema urgenza un tavolo sindacale con la Regione e il Policlinico”.
“Sta arrivando l’estate e la situazione è drammatica – la denuncia di un medico -. Qui al Pronto Soccorso del Policlinico la gente aspetta anche tre o quattro giorni”. E come se non bastasse bisogna fare i conti anche con la carenza del personale.