L’avevamo lasciata con tanta speranza negli occhi. Quegli occhi sorridenti che trasmettevano una pace che molto spesso Daniela cercava di trasferire ai suoi cari, quelli che fino all’ultimo hanno dovuto lottare con lei, ostacolati dalle lacune della sanità pugliese che non ha fatto altro che metterle i bastoni tra le ruote.
Daniela non è riuscita a sconfiggere quel male che l’aveva colpita troppo presto. L’amazzone armata di spada non ha vinto, nonostante la sua tenacia e voglia di vivere quella vita finita nel baratro della malattia troppo presto. Una guerriera pronta ad affrontare la malattia con i denti stretti, ma anche l’allegria della sua giovane età.
Per noi Daniela era diventata più di un’amica, una sorella a cui non potevamo non rivolgere l’ultimo saluto. La sua perdita è straziante per tutti. Un genitore non dovrebbe mai sopravvivere al proprio figlio. Lasciare andare via il sangue del suo sangue non è facile. La mamma di Daniela, solo grazie alla forza del marito, l’ha lasciata andare. Un ultimo saluto fatto di colombe e palloncini bianchi, puri come la sua anima che adesso ha smesso di soffrire.