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Taranto, contributi percepiti illecitamente: sequestro da 4.2 milioni a cooperativa giornalistica

16 Luglio 2022
– Autore: Redazione Quinto Potere
16 Luglio 2022
– Autore: Redazione Quinto Potere

Percezione illecita di contributi pubblici a sostegno dell’attività editoriale. È questa l’accusa che i finanzieri dei Nuclei di Polizia economico-finanziaria di Taranto e di Caserta hanno mosso nei confronti di una società cooperativa giornalistica e dei suoi rappresentanti. I finanzieri hanno eseguito il provvedimento di sequestro conservativo emesso, su richiesta della Procura regionale per la Campania, dal Presidente della Sezione giurisdizionale della Corte dei conti di Napoli, fino alla concorrenza dell’importo del danno erariale accertato, pari a circa 4,2 milioni di euro.

Le indagini delle Fiamme Gialle si sono incentrate su una cooperativa beneficiaria di ingenti contributi, con sede legale in Campania ma che editava un giornale diffuso a Taranto. Stando a quanto raccolto dai Finanzieri la cooperativa giornalistica avrebbe più volte cambiato sede legale e denominazione di testata giornalistica, producendo – secondo l’accusa – falsa documentazione attestante un assetto societario diverso da quello reale, ed inducendo così in errore la Presidenza del Consiglio – Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria di Roma, che le ha erogato indebitamente, dal 2008 al 2012, contributi pubblici per circa 4,2 milioni di euro.

Inoltre i giornalisti avvicendatisi nella compagine associativa avrebbero disconosciuto una propria volontaria e sostanziale adesione alla cooperativa in qualità di soci, specificando che in realtà avrebbero svolto esclusivamente attività di lavoratori dipendenti come redattori e che il formale rapporto associativo quali cooperatori sarebbe stato imposto loro dietro minaccia di licenziamento.

In tre, di fato gli amministratori della società, erano state denunciate all’autorità giudiziaria per il reato di truffa aggravata funzionale al conseguimento di erogazioni pubbliche. Il sequestro ha riguardato beni immobili, conti correnti e crediti riconducibili agli indagati sino a concorrenza del danno erariale contestato.