Travolto e ucciso da un 20enne alla guida del suo scooter mentre attraversava le strisce pedonali. La drammatica morte di Gaetano De Felice, il 47enne di Bitonto ammazzato la notte tra venerdì e sabato scorsi sul lungomare di Santo Spirito, ha indignato l’opinione pubblica. Ninni, per gli amici, aveva fatto da scudo al figlio di 6 anni, rimasto ferito ma vivo grazie a quel gesto d’amore incondizionato. Una famiglia distrutta in pochi attimi, una vita apparentemente felice diventata improvvisamente il peggiore degli incubi.
Nei gruppi Facebook dove la notizia è stata rilanciata e con essa tutti i suoi aggiornamenti, in tanti si chiedono come sia possibile che il ragazzo, seppure indagato per omicidio stradale, non sia stato arrestato quella sera stessa. Il dubbio è assolutamente legittimo, soprattutto perché in Italia, con la nuova legge n. 41 del 2016, è stato introdotto nel codice penale l’articolo dedicato esclusivamente all’omicidio stradale, comunemente noto come art.589 bis. Stando a quando previsto dalla legge, la Polizia Locale, intervenuta dopo circa 20 minuti sul luogo dell’incidente, avrebbe potuto procedere all’arresto del giovane per alcuni motivi.
Intanto perché nell’incidente non si è registrata solo la morte di De Felice, ma anche il ferimento del figlio. Ma c’è di più. Il 20enne, nato in Germania e residente a Bari nel quartiere San Pio, come molti coetanei del suo quartiere, guidava senza aver mai conseguito la patente. Senza contare che la moto, 300 di cilindrata, era sprovvista di assicurazione. Abbiamo anche raccontato alcune testimonianze raccolte nelle ore successive alla tragedia, in cui il giovane centauro veniva invitato da alcuni amici a scappare. Il fatto che non l’abbia fatto dipendeva soprattutto dalle sue condizioni. Anch’egli, infatti, è rimasto ferito al punto da dover essere trasportato e ricoverato in ospedale.
Non erano forse sufficienti questi elementi a stabilire l’arresto del giovane, salvo poi avere la conferma o la scarcerazione dal pubblico ministero, in questo caso la dottoressa Toscani? Esistono delle linee guida inviate alle Forze dell’Ordine o di Polizia che stabiliscono cosa fare in queste situazioni? Quale esperienza aveva chi è intervenuto sul posto? Si sarebbe potuto dare un segnale diverso? A norma di legge la risposta pare proprio sia affermativa. È per questo che col passare delle ore aumenta l’indignazione dell’opinione pubblica e si cercano risposte dalla Polizia Locale e dalla Procura di Bari. C’è un altro elemento che rende il seguito di questo dramma ancora più sconcertante. Secondo alcune indiscrezioni trapelate dall’ospedale, il primo test anti droga avrebbe evidenziato l’utilizzo di cannabis da parte del giovane. Fosse confermata la notizia, in conseguenza di quell’esito si è proceduto immediatamente a richiedere l’analisi del sangue per approfondire il momento dell’utilizzo e la quantità? Davvero la situazione è stata gestita nel migliore dei modi e nel rispetto di una vita spezzata in una serata spensierata, senza che la vittima avesse alcuna colpa? Sarebbe potuto toccare a ciascuno di noi o dei nostri cari.
In queste ore intanto si procederà al conferimento dell’incarico al professionista che dovrà eseguire l’autopsia sul cadavere di Gaetano De Felice.