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Suicidi nelle carceri, l’avvocato Di Nanna: “Negati i diritti detenuti spinti a togliersi la vita”

4 Agosto 2022
– Autore: Eleonora Francklin
4 Agosto 2022
– Autore: Eleonora Francklin

“Io non ne posso davvero più”. Inizia così il lungo post dell’avvocato Cassazionista Leopoldo Di Nanna, in merito a quanto accade nelle carceri italiane e lo fa prendendo a esempio quello che è accaduto a Verona dove una giovane mamma ha deciso di farla finita in galera piuttosto che continuare a vivere così. Quello della giovane 27enne è il 42esimo suicidio in carcere dall’inizio dell’anno. Un dato preoccupante molto spesso legato alle condizioni in cui i detenuti sono costretti a vivere.

L’avvocato, nonché Vice Presidente RecidivaZERO e Dirigente Nazionale Nuova Avvocatura Democratica, ha denunciato nel suo post quello che accade nelle carceri e che spinge alcuni a gesti estremi. “Non ne posso più di vedere persone trattate mille volte peggio delle bestie in penitenziari pessimi, con apparati sanitari da quinto mondo, con patologie palesemente incompatibili con il carcere, persone che entrano sane e si ritrovano a soffrire di ogni male nella totale indifferenza. Non ne posso più di vedere persone lasciate a 1000 chilometri da casa senza nessuna ragione, con sostanziale impossibilità di abbracciare anche per un solo minuto un figlio o una moglie. Non ne posso più di vedere negato un permesso premio di 4 ore dopo 20 e passa anni ininterrotti di carcere perché potrebbero esserci ancora elementi di collegamento con la criminalità organizzata e perché il detenuto non ha collaborato con la giustizia. Ma cosa diamine deve collaborare se son stati arrestati tutti e quale diamine di collegamento può avere se son 20 anni che é chiuso in 4 mura?”.

“Noi avvocati – continua Di Nanna – che dovremmo avere la possibilità di trattare con i nostri assistiti il maggior tempo possibile, ci ritroviamo a essere trattati come ospiti indesiderati con un agente che in taluni penitenziari cronometra il breve tempo concesso nonostante dietro la porta non ci sia nessun collega, ad orari peraltro spesso incompatibili con le attività in Tribunale. Non c’è nessun motivo per cui io debba limitare il tempo che devo dedicare ai miei assistiti”.

“Negli ultimi 4 giorni ci sono stati 4 suicidi, ma a nessuno interessa perché nel frattempo Totti e Ilary si sono lasciati, poi ci sono le ferie e le vacanze più importanti di tutto e tutti. Tranne per i matti come me – conclude l’avvocato – che ogni giorno cercano disperatamente e spesso inutilmente di aiutare chi non ha voce e non conta nulla. La vita é bella ma la società è cattiva, mi ripeteva sempre il mio amato nonno. E aveva ragione”.