Carenze strutturali, funzionali e organizzative in aggiunta alla mancanza della necessaria autorizzazione all’esercizio dell’attività. È quanto emerso nell’ultima ispezione condotta dai Carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazione nella Rssa “La Fenice” di Gravina in Puglia, gestita dalla società “La Speranza Srl”. Informato della vicenda, il sindaco di Gravina, Fedele Lagreca – raggiunto da noi al telefono -, non ha perso tempo e ha emesso un’ordinanza con cui sospende l’attività, ordina il trasferimento degli anziani, disponendo allo stesso modo la continuità assistenziale ad opera dell’attuale gestore. Nel provvedimento non è scritto, ma il primo cittadino ha dichiarato “che in considerazione del periodo estivo, la società ha 30 giorni di tempo per provvedere a quanto previsto”.
Nel verbale dei Nas non si fa riferimento a presunti maltrattamenti degli ospiti. Si tratta per la maggior parte di lacune strutturali, alle quali la società avrebbe già da tempo dovuto far fronte. Problemi relativi allo stato di conservazione e manutenzione dell’immobile che ospita la residenza sanitaria per anziani, in una parte del grande ex seminario ecclesiastico che fa capo alla Fondazione Benedetto XIII.
“La Speranza srl”, tuttavia, ha già presentato ricorso d’urgenza al Tar, giudicando illegittimo il provvedimento del sindaco in virtù del fatto che nel caso di un intervento questo sarebbe spettato alla Regione Puglia. A detta dell’avvocato Lorusso, legale rappresentate del gestore, la mancata dell’autorizzazione sarebbe da attribuire agli enti che non avrebbero ancora ottemperato alle richieste della società. Noi a Gravina ci siamo andati, scoprendo alcune cose che meriterebbero ulteriori approfondimenti.
Abbiamo intervistato la figlia scontenta di Francesco, un ospite di 88 anni, ricoverato presso la struttura tra settembre e novembre 2021. “Mio padre non è stato accudito adeguatamente – spiega la donna -. È tornato a casa con un buco al tallone e un dito del piede infiammato. Non cammina più, lo stiamo ancora curando dal momento delle sue dimissioni. In quel periodo ho visto anche una dipendente della struttura, di sicuro non un medico, occuparsi delle terapie de somministrare agli ospiti, che per di più si faceva aiutare da un’ospite della Rssa”.
A sentire Nicola Bosco, attualmente proprietario al 50 per centro delle quote della società “La Speranza srl”, i problemi erano noti e più volte, anche tramite pec, avrebbe chiesto al socio e all’amministratore di provvedere. “Quando mio padre, ex direttore della Rssa mi ha girato le quote ho voluto capire come stessero le cose e ho riscontrato numerosi punti critici. Da più di un anno non entro nella struttura – dice – sono stato di fatto estromesso. Ormai da tempo non ho nulla a che fare con la gestione della Rssa. In merito ad alcune questioni sono stato anche ascoltato dalla Guardia di Finanza”. Secondo quando ci consta, infatti, sarebbe ancora aperta un’indagine condotta dalle Fiamme Gialle.
Nel video, restando a disposizione di quanti si sentano coinvolti, vi facciamo ascoltare alcune delle testimonianze, comprese quelle di alcuni dipendenti, convinti del loro lavoro e della dedizione nei confronti degli ospiti della residenza sanitaria per anziani, così come allo stesso modo si dicono convinti della necessità dei lavori di adeguamento e manutenzione.