Anna Loseto, moglie 62enne del capoclan Nicola Lorusso, ucciso a San Girolamo nel 2015, è stata condannata a due anni per favoreggiamento. La donna, pur avendo riconosciuto gli assassini del marito, Leonardo Campanale e Gianfranco Caputi, appartenenti al clan rivale Campanale, ha mantenuto il silenzio condividendo la regole della criminalità organizzata di mantenere il silenzio davanti anche a episodi di sangue, come si legge su la Repubblica.
I magistrati della Corte di Cassazione hanno ribaltato la decisione del giudice di primo grado che aveva prosciolto la donna applicando l’articolo 384 del Codice penale, secondo cui non è punibile un testimone che ha commesso un fatto per salvare la propria incolumità.
La paura di avere ritorsioni in questo caso però non può giustificare, secondo i giudici, la scelta di non rivelare i nomi degli assassini di suo marito. La stessa Lorusso, in un’udienza nel 2017, considerava “infame” chi parlava con la Polizia, dimostrando di sposare in pieno i canoni dell’omertà tipici dei mafiosi.