“Amici dobbiamo fare qualcosa ora. Una ragazza sorda ha fatto cadere il suo apparecchio in acqua. Piange da due giorni e non sente più. Il papà non ha i soldi per ricomprarlo, mi servono 15 di voi che mi donino 100 euro a testa. Il resto lo metto io. No commenti stupidi, no perditempo, no like, no elemosina. Garantisco io. Tutto quello che raccogliamo in più lo useranno per la spesa”.
È il post pubblicato la mattina del 30 agosto sul proprio profilo Facebook dal barese Luca Rutigliano. Il post diventa subito virale tra commenti e tag vari, in sette ore Luca riesce a raccogliere 5mila euro per la causa grazie alla solidarietà di amici e conoscenti, ma non solo. Alle ore 20 dello stesso giorno Luca ha aggiornato tutti i suoi amici di Facebook con una bellissima novità.
“Abbiamo raccolto 5mila euro in 7 ore. In questo post sento amore – si legge -. Grazie da Sara e della sua famiglia. Grazie a Barifon che dopo un semplice post scritto da uno sconosciuto a garanzia ha dato l’apparecchio a Sara che, dopo una visita, tornerà a sentite le cose belle che la vita ci regala”.
Abbiamo contattato telefonicamente Luca per ricostruire questa meravigliosa storia. “Mi sono interessato alla situazione perché i tempi di consegna da parte dell’Asl sono piuttosto lunghi e c’era assoluta urgenza. Volevo raccogliere all’inizio solo 1500 euro, poi sono arrivate altre donazioni e siamo arrivati a quota 6mila euro. Tutti quanti hanno ugual merito in questa storia, mi hanno lasciato soldi persone che non ho mai visto in vita mia o con cui non ho mai preso un caffè – racconta -. Ho detto a tutti di donare massimo 100 euro, la raccolta fondi sta continuando in un bar in via Sparano, chi vuole donare può contattarmi su Facebook e indicherò tutto quello che si può fare”.
“Tutto quello che verrà raccolto sarà documentato e distribuito ad altri bimbi bisognosi, non voglio che nessuno abbia pensieri strani – conclude -. E non vogliamo nessuna pubblicità, infatti non ho nemmeno reso pubblica l’identità di chi ha donato. Abbiamo già comprato anche una bici per disabili, per le quali è indispensabile avere un trainer che tenga l’equilibrio. La cosa bella è che invece di stare dietro ed essere trasportati, stanno avanti col vento in faccia e con la sensazione di guidare. Il resto lo doneremo all’Unicef e abbiamo in mente tante iniziative”.