“Ciao Antonio Loconte, hai preso così a cuore questi signori che gli hai chiesto 100 euro per fare questo servizio. Inoltre stai sostenendo questa causa forse perché mio padre non ti ha dato quello che volevi? Allego anche il messaggio che gli hai mandato”.
È il commento lasciato sulla nostra pagina Facebook, in riferimento al servizio pubblicato nella giornata di ieri sul servizio che abbiamo tentato di fare all’esterno del comitato elettorale di Massimo Cassano. A scriverlo è Minù Cassano, figlia di Massimo, candidato alle prossime elezioni politiche con Azione-Italia Viva, nonché direttore generale di Arpal Puglia in aspettativa. Allegato al commento c’è lo screenshot di un messaggio inviato dal nostro direttore, Antonio Loconte, a Massimo Cassano, in occasione della fondazione della testata Quinto Potere.
Chiariamo che si tratta di una richiesta amichevole avanzata mesi fa, senza promesse di silenzi, censure o altro, in virtù di un rapporto instaurato da anni. Una richiesta di sostegno fatta anche ad altri esponenti politici e dell’imprenditoria, basata sempre su rapporti personali. Piccole cifre per non avere padrini e padroni di nessun tipo nell’oceano delle marchette e degli occhiolini, spesso strizzati persino con soldi pubblici. Siamo e resteremo una testata indipendente, ma soprattutto vogliamo categoricamente ribadire di non aver mai chiesto un euro a nessuno per la realizzazione di un servizio di cronaca o di attualità. Siamo sempre al fianco di chi rivendica diritti, lavoro, una casa, di chi ha subito un torto, anche da parte dei conoscenti ai quali abbiamo chiesto sostegno quando ci siamo trovati nella condizione di dover ripartire senza accontentarci di passare comunicati stampa o dichiarazioni di questa o quella lobby. Ogni giorno avete testimonianza concreta del nostro lavoro, del modo con cui cerchiamo di migliorare il territorio in cui lavoriamo e viviamo. Abbiamo così deciso di querelare Minù Cassano per questa dichiarazione profondamente in cattiva fede e oltremodo diffamatoria.
Di seguito vi proponiamo la risposta a Minù Cassano scritta del nostro direttore Antonio Loconte pubblicata su Facebook.
“Carissima, cosa ci trovi di sconvolgente in questo messaggio? Persino i modi sono quelli di una conoscenza personale e non del ricatto, come fanno altri. Il ricatto politico lo dovresti conoscere bene, come la compravendita dei voti. Ne ho mandati altri di quei messaggi – a persone di cui avevo stima (dopo lo scempio Arpal di tuo padre non ne ho più). E sappi che se, anche solo per il passato, tuo padre avesse scelto di aiutarci non gli avrei comunque fatto sconti di alcun tipo. La richiesta di un sostegno non significa la compravendita della dignità, a differenza delle pratiche compiute per le assunzioni in Arpal e altre operazioni di bassissima macelleria elettorale e politica con la p minuscola. La politica di cui tuo padre é esponente di spicco.
Mi rendo conto che tu non possa sapere cosa significhi la dignità e neppure il compromesso, ti invito a vederne l’etimologia. Metterò in pubblico anche le suppliche di babbo per la pubblicazione di alcuni articoli quando tutti gli davano addosso. Vedi, i figli di papà senza merito come te non possono comprendere il sacrificio e, nel nostro caso, cosa significhi dover mantenere quattro famiglie senza avere alle spalle nessuno. Nessuno. Avevo, per rispetto, coperto il tuo volto e le tue parole il giorno in cui abbiamo tentato di avere risposte, ma adesso mi convinci a pubblicare la versione integrale del video.
Questa volta hai beccato un osso duro, te lo assicuro. Non bastano le sciocchezze di voi altri senza né arte né parte, se non quella spianata da papino e mammina. I fatti personali, quello era quella richiesta non certo una pubblica raccomandazione, devono essere lasciati tali, te l’ho anche detto. Pensa che torto umano e personale ti farei se venissi a importunarti mentre tuo padre ti porta all’altare. Non lo farò perché mi hanno insegnato la differenza che passa tra l’essere Uomo e Giornalista dall’essere un approfittatore senza scrupolo.
Di quel messaggio dovresti mettere anche la data in modo che si capisca il contesto. E il tempo passato. All’epoca la fogna Arpal non era ancora scoppiata e le elezioni non erano neppure una ipotesi. Un figlio e una figlia di papà devono metterci il doppio del tempo e della fatica per dimostrare di essere Uomini e Donne. A te, forse non basterà una vita intera. Ti saluto cordialmente e faccio a tuo padre un grande in bocca al lupo, non per il risultato elettorale – che spero scadente -,ma essendo anche io padre, auguro a lui di riuscire a insegnarti la differenza che passa tra l’essere Minù e l’essere la figlia del senatore Massimo Cassano. Certo é che quel messaggio può avertelo mandato una sola persona e dunque é proprio vero che il frutto non cade lontano dall’albero. Buona vita e buona fortuna”.
Editoriale
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