La terza sezione civile della Corte d’Appello di Bari ha condannato, con una sentenza lunga oltre 230 pagine, il Comune di Bari, la Regione Puglia e il Ministero della Cultura in solido tra loro al pagamento in favore della Sudfondi s.r.l. in liquidazione della somma di 8,5 milioni di euro a titolo di risarcimento del danno patrimoniale subito, oltre interessi e rivalutazione monetaria dal 2001 ad oggi.
La vicenda riguarda uno dei numerosi filoni giudiziari relativi alla vicenda di Punta Perotti, i palazzi demoliti sul lungomare a sud di Bari nel 2006. I giudici hanno ribaltato la sentenza con la quale nel 2014 il Tribunale di Bari aveva dato ragione agli enti, rigettando la domanda dei costruttori. Di qui l’appello con il quale la società nel frattempo in liquidazione aveva chiesto un risarcimento danni di molto superiore rispetto agli 8,5 quantificati.
Secondo l’impresa i suoli di Punta Perotti erano edificabili in base al piano regolatore, i costruttori avevano ottenuto le autorizzazioni legittimamente e in buona fede salvo scoprire, anni dopo, che su quella lingua davanti al lungomare di Bari non si poteva costruire. La lista della spesa è infinita, se il Comune, la Regione che approvò il Prg e il ministero che aveva la sorveglianza sui vincoli paesaggistici, avessero fatto all’epoca correttamente il loro lavoro i costruttori non si sarebbero mai imbarcati in una operazione fallimentare.