La terza sezione civile della Corte d’Appello di Bari ha condannato, con una sentenza lunga oltre 230 pagine, il Comune di Bari, la Regione Puglia e il Ministero della Cultura in solido tra loro al pagamento in favore della Sudfondi s.r.l. in liquidazione della somma di 8,5 milioni di euro a titolo di risarcimento del danno patrimoniale subito, oltre interessi e rivalutazione monetaria dal 2001 ad oggi. La vicenda riguarda uno dei numerosi filoni giudiziari relativi alla vicenda di Punta Perotti, i palazzi demoliti sul lungomare a sud di Bari nel 2006.
“La sentenza, molto articolata e corposa, è in fase di esame da parte del collegio difensivo del Comune di Bari – si legge nella nota del Comune -. Preme tuttavia far presente che la Corte d’Appello ha enormemente ridimensionato la richiesta della società costruttrice che ammontava a circa 540 milioni di euro. La Corte ha, inoltre, respinto la maggioranza delle richieste avanzate dalla SudFondi, accogliendo solo una parte della domanda, limitando il danno risarcibile a poco più di 8 milioni euro, oltre interessi. La condanna così limitata è nei confronti in solido del Ministero dei Beni Culturali, della Regione Puglia e del Comune per atti amministrativi, adottati agli inizi degli anni 90. All’esito dell’esame della sentenza, il Comune valuterà l’eventuale impugnazione del provvedimento, il cui limitato esito negativo è ampiamente coperto dai fondi rischi appostati da questa amministrazione nel proprio bilancio”.
“Nella fattispecie – spiega il sindaco Decaro – è bene chiarire che il Comune di Bari oggi è chiamato a farsi carico di responsabilità ascrivibili all’epoca in cui vennero rilasciati i titoli edilizi, risalenti agli anni 90. La sentenza chiarisce però inequivocabilmente che la richieste esorbitanti proposte dalla società costruttrice erano infondate per il 98%. Sarebbero infatti dovuti solo 8 milioni rispetto ai 540 milioni richiesti”.
“Nessun dubbio sulla demolizione di Punta Perotti – commenta il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano -. La sentenza della Corte d’Appello di Bari ha condannato gli Enti convenuti in giudizio (Comune, Regione e Ministero) per aver consentito agli inizi degli anni ’90 la realizzazione di Punta Perotti e non certo per aver disposto l’abbattimento. Quindi parliamo di responsabilità amministrative risalenti nel tempo. Infatti, la Corte territoriale ha ritenuto che all’epoca della adozione (1990) e della approvazione (1992) delle due lottizzazioni e relativo rilascio della concessione edilizia (1994) il Comune non potesse farlo, perché lì non si poteva costruire, per la presenza dei vincoli di inedificabilità previsti dalla normativa regionale e statale vigente. Quindi i piani di lottizzazione non erano legittimi, perché privi della necessaria autorizzazione paesaggistica. La Corte d’Appello ha ritenuto responsabili anche la Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali (organo periferico del Ministero) e la Regione, per aver consentito il rilascio della concessione edilizia. Finalmente una parola chiara e, spero, definitiva sulle responsabilità politiche e amministrative di questa vicenda”.