Caro Michele Guerra, di nome e se vuoi anche di fatto, apprezziamo molto la pulizia dell’aiuola. Non abbiamo mai attribuito a te lo stato indegno in cui versava, ci siamo limitati a farti notare che lo scarto di frutta e verdura, le cassette spaccate, i fazzoletti non si buttano in quel modo. Hai fatto credere che ti stiamo addosso, ma l’ultima volta che ci siamo interessati del tuo lavoro risale ad alcuni anni fa. Avessi tenuto la “tua” aiuola pulita non ti avremmo visitato. La tua aiuola perché di fatto, pur avendo una licenza itinerante, stazioni sempre nello stesso posto tutta la giornata, tutti i giorni.
Varrò ciò che valgo, meno di te sicuramente, ma non sono venuto a dirti ti spacco il furgone come hai fatto tu con la nostra telecamera. Il lavoro é dignitoso sempre, a maggior ragione se svolto nel rispetto delle regole. Non le ho fatte io e come te provo a rispettarle. Sei stato multato, forse non é la prima volta e non sarà l’ultima. Questo succede quando per scelta o necessità non si riesce a giocare senza barare. Non ti verrò più a trovare e non perché mi hai minacciato e hai minacciato di spaccarmi la telecamera. Hai pulito l’aiuola che tu hai sporcato, non hai fatto niente di straordinario. Continua a tenerla pulita. Sappi che anche mia moglie si chiama Guerra di cognome, sono abituato a stare in trincea.
Editoriale
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