Un ufficio di collocamento messo in piedi tra Lecce e Bari per assegnare posti di lavoro all’Arpal Puglia o alla Sanitaservice, ma non solo. È quanto emerso dall’indagine Re Artù condotta dalla Guardia di Finanza che ha portato all’arresto di Salvatore Ruggeri, ex assessore regionale al Welfare, e di Mario Romano, ex consigliere regionale dell’Udc. Tutto però ha un evitabile costo. Nelle carte dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari che vede coinvolti i due assieme ad altre 22 persone, emergono infatti altri nuovi dettagli. Un posto nell’Arpal arrivava a costare fino a 8mila euro, quelli in Sanitaservice oscillavano dai 3 ai 7mila euro, ma si poteva anche trovare lavoro come operatore socio-sanitario alla “modesta” cifra di 2mila euro, come si legge su La Repubblica. Altre assunzioni sarebbero state garantite all’ospedale di Tricase, ai Consorzi di bonifica e in ditte private di amici dei politici.
Oltre a Ruggeri e Romano sono indagati suor Margherita Bramato, rappresentante legale dell’ospedale Panìco di Tricase; Rodolfo Rollo, ex direttore dell’Asl di Lecce; Mario Pendinelli, ex sindaco di Scorrano ed ex consigliere regionale; Antonio Renna, ex commissario dei Consorzi di bonifica; Massimiliano Romano, vicepresidente della Provincia di Lecce; Pierpaolo Cariddi, ex sindaco di Otranto; Emanuele Maggiulli, un funzionario del Comune di Otranto; il medico Elio Vito Quarta, coordinatore della società I giardini di Asclepios; il commercialista Giantommaso Zacheo; gli imprenditori Fabio Marra della società Progest e Luigi Marzano dello stabilimento balneare Bacino Grande; Vito Caputo, Silvia Palumbo, Michele Antonio Adamo; l’assistente sociale Giuliana Lecci; Luigi Antonio Tolento; Antonio Specchia; Graziano Musio; Antonio Greco e Paolo Vantaggiato. Roberto Aloisio e Antonio Ferilli sono stati iscritti di recente, altri invece che a luglio risultavano coinvolti non ci sono più.