“Questa è una Nazione di merda dove imprenditorialmente non ti fanno crescere”. A parlare è Gianluca, proprietario di un locale alla zona industriale, che ha deciso di installare un generatore di energia per scongiurare la possibile chiusura e quindi il licenziamento dei suoi dipendenti. Lo ha fatto perché le bollette degli ultimi mesi arrivano a un totale di 25mila euro e con il generatore, invece, si spende la metà. Il ristoratore, inoltre, è tra quelli che non hanno potuto ricevere nessun tipo di ristoro dallo Stato perché ha aperto solo alla fine del 2019. Il suo è uguale a quello di migliaia di imprenditori costretti a rinunciare al loro lavoro a causa delle tasse e delle bollette salate.
“Lo Stato non può farmi fallire e io non lo voglio. Per questo ho deciso di fare questa scelta. Non voglio chiudere e non voglio mandare a casa i miei dipendenti. Non si può vivere così. Al lavoro prima si veniva felici e contenti di iniziare una nuova giornata, adesso stiamo con l’ansia sin dalla prima mattina con la paura di chiudere. Non è possibile che l’energia si prenda tutto il mio guadagno. Tutto questo non è stato causato dalla guerra, questa è pura speculazione delle industrie dell’energia. Abbiamo bisogno di persone che risollevino l’economia del paese. Per colpa dei vecchi politici ho dovuto ricorrere a un sistema che si usava nel dopoguerra che mi permette di non chiudere e di non mandare via i miei dipendenti. Qua dentro c’è la mia vita, i miei debiti. Non perdo la dignità per lo Stato, mi deve tutelare e si devono dare da fare. Negli anni non si è costruito niente si è pensato solo a rubare e adesso paghiamo le conseguenze dei vecchi amministratori. Se continua così io me ne vado, ma questa Patria mi inorridisce. Ci sono imprenditori che a causa dello Stato vanno a chiedere i soldi agli strozzini. Fitto adesso deve far valere la sua voce e far sì che si pensi anche al Sud. Così non si può andare avanti”.