“Lei avrebbe continuato a fare il Sindaco se solo avesse accolto l’aiuto di Puglia Popolare”. Sono le parole pronunciate Francesca Ferri, consigliera di Bari con residenza e influenze nella vicina Valenzano. Parole particolarmente se lette oggi dopo il suo arresto, quello del compagno Filippo Dentamaro, di Nicola Canonico e alcuni associati al clan egemone nel paese del pallone aerostatico dei Buscemi. Parole pronunciate al Punto di Manila Gorio in un faccia a faccia con Giampaolo Romanazzi, per responsabilità dichiarata della stessa Ferri ormai ex primo cittadino. L’accusa è pesantissima: infiltrazione mafiosa in ambito elettorale. Un fatto gravissimo quello specifico di Valenzano, sottolineato anche dal Procuratore Capo di Bari. “Studiavano meccanismo per la caduta delle amministrazioni, anche con una minoranza di voti – ha tuonato Roberto Rossi -. È una criminalità organizzata che in qualche modo interferisce sulle modalità democratiche”. La sfiducia a Romanazzi, al centro del dibattito nel salotto di Manila Gorio, è stato gestito proprio dalla consigliera di Bari, Francesca Ferri, che ha raccolto in un atto notarile le firme di 10 consiglieri di maggioranza. Una sfiducia arrivata come un fulmine a ciel sereno per i colleghi di maggioranza, increduli su quali possano essere stati i punti traditi al punto da far cadere ancora una volta l’amministrazione comunale di Valenzano. Nel corso del confronto Romanazzi non le manda a dire, sottolineando come i 10 consiglieri firmatari seguissero le direttive della consigliera barese ed evidentemente loro riferimento, Francesca Ferri. “I consiglieri che lei ha portato hanno fatto cadere il numero legale per l’approvazione del bilancio – spiega l’ex Sindaco -. La mozione di sfiducia doveva essere portata alla luce del sole, anziché presentare una raccolta di firme”. Tra gli arrestati – lo ricordiamo – anche il compagno della Ferri, Filippo Dentamaro, che avrebbe tenuto i rapporti di frequentazione con elementi di spicco della criminalità organizzata locale di Valenzano, tra i quali il boss Salvatore Buscemi. La Ferri, insieme al compagno e a Buscemi, secondo l’inchiesta della Procura, avrebbe volutamente fatto infiltrare due consiglieri in maggioranza e due in opposizione, per poi manovrare la caduta dell’ultima amministrazione comunale. Usando le sue stesse parole, intercettate nelle indagini, “Se non ci seguono io non avrò difficoltà a tirare la catena”. Ricordiamo che il comune di Valenzano è stato per anni commissariato in seguito alla caduta della vecchia amministrazione proprio per infiltrazione mafiosa nel comune. In quella occasione e anche prima di arrivare allo scioglimento, la stessa Ferri era finita agli onori delle cronache per le accuse, poi risultate infondate, mosse nei confronti dell’ex sindaco Antonio Lomoro. In quella occasione la consigliera arrestata all’alba di oggi difendeva la sua trasparenza, la coerenza e la dedizione al territorio. Con il senno di poi gli arresti di oggi restituiscono un minimo di chiarezza anche su molti degli eventi accaduti in passato e sui tentacoli che la politica peggiore, quella mossa dalla smania di potere e dagli interessi personali, abbia continuato ad avere sulla gestione della cosa pubblica a Valenzano.
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- di: Raffaele Caruso
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