“Dobbiamo vincere perché non vado a buttare 70mila euro alla cogliona, non hai idea neanche di cosa ci esce perché se Francesca viene eletta a Bari, viene eletta alla Provincia, diventa importante”. Dalle carte è emerso che Filippo Dentamaro, marito della Ferri, aveva “un progetto politico criminoso chiaro” che mirava alla “città metropolitana e poi alla conquista finale del comune di Valenzano”. L’elezione della Ferri, si legge sulle carte, è frutto di “accordi fatti con partner politici, imprenditori, esponenti criminali”. Ed è in questo contesto che si inserisce l’apporto di Salvatore Buscemi, esponente di primo piano della criminalità dell’hinterland barese. Dentamaro è disposto a tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi, anche di “avvalersi di Buscemi, di cui ben conosce la caratura criminale e quindi sfruttando il metodo mafioso”. “È logico, facciamo Filippo, facciamo – le parole intercettate tra Buscemi e Dentamaro -. Mò pensiamo a Bari e poi pensiamo a Valenzano”. “Salvo dobbiamo votare a questo, è un cristiano che noi possiamo manovrare”, ribatte Dentamaro. A Buscemi, come si evince dalle carte, non interessa che vinca uno schieramento politico piuttosto che un altro, interessa avere all’interno del Comune “un cristiano nostro”. “Io sono di estrema destra di principio, ma se mi dici di votare a sinistra perché il cristiano nostro è di sinistra, non me ne frega nulla. Mi interessa la coalizione vincente e conta che noi dobbiamo stare bene”, aggiunge ancora Buscemi.
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- di: Raffaele Caruso
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