Aveva mangiato della frutta secca che le ha provocato uno shock anafilattico. La giovane era in via Sparano ieri mattina quando a un certo punto ha iniziato a spogliarsi per il forte prurito, fino a che non ha iniziato a gonfiarsi. Uno dei testimoni di quanto accaduto ieri nella centralissima via dello shopping è il fratello di un ufficiale della Polizia Locale che è rimasto allibito dal comportamento tenuto da due agenti locali presenti in quel momento. “Respirava a malapena e aveva la pelle gonfia. Nelle vicinanze c’era una pattuglia di vigili urbani. I due agenti non hanno fatto nulla se non chiamare l’ambulanza, ma purtroppo, per mancanza di mezzi sul territorio, non potevano intervenire. La ragazza continuava a stare male, era gonfia, si grattava e non riusciva a respirare. Sono rimasto scioccato nel vedere che i poliziotti non facevano praticamente nulla. A salvarla è stato un passante che ha fermato un’auto, ha caricato la ragazza in macchina e l’ha portata al Pronto Soccorso. Abbiamo saputo che la giovane era in condizioni critiche. Quando è arrivata in ospedale non respirava più ed era in preda a convulsioni. Dopo un ciclo di flebo si è ripresa e poi è stata dimessa. Mi chiedo se il comportamento dei due vigili fosse quello previsto dal protocollo. Sono rimasti lì, fermi. Se non fosse stato per quel passante quella ragazza sarebbe morta. Sono tenuti solo ad aspettare l’ambulanza?”. La domanda del testimone è lecita e ce la poniamo anche noi. Giustamente, in caso di shock anafilattico, nulla si può fare se non trasportare d’urgenza il paziente in ospedale, soprattutto se a provocare lo shock non è un oggetto esterno come il pungiglione di un’ape. Perché, dunque, i due agenti non hanno pensato di caricare la giovane nella pattuglia, come invece fatto dal passante, e portarla loro stessi al pronto soccorso, visto che l’ambulanza non arrivava? Cosa che fa ancora più riflettere, perché nessuna ambulanza o automedica era disponibile? Lo shock anafilattico è allo stesso livello di un infarto. Un’altra domanda, che probabilmente si pongono in molti, le pattuglie sono provviste di kit primo soccorso? Gli agenti hanno tutti il certificato di primo soccorso, come è d’obbligo ad esempio agli allenatori anche dei settori giovanili? A queste due ultime domande abbiamo avuto una risposta da alcuni poliziotti locali. Secondo quanto ci è stato riferito, solo le nuove Jeep sono dotate di kit, che però contiene solo garze, disinfettante, laccio emostatico, soluzione salina. Le altre pattuglie non hanno più i kit poiché il materiale al loro interno pare fosse scaduto. Inoltre da quanto ci è parso di capire gli agenti hanno fatto un semplice corso di primo soccorso senza rilascio di attestato e non ci dovrebbero essere stati corsi di aggiornamento. I defibrillatori stessi, che a onore di logica dovrebbero essere in ogni macchina delle Forze dell’ordine, sono stati acquistati, ma non si sa dove siano. Tanti dubbi e tante domande che meritano una risposta, soprattutto per capire se le Forze dell’ordine, oltre a tutelare la sicurezza pubblica siano formate anche per tutelare la salute dei cittadini in casi di emergenza.