Sono 264mila euro i soldi erogati illegittimamente ai rispettivi portaborse che 7 capigruppo in carica nel corso della scorsa legislatura regionale pugliese sono chiamati a restituire, dopo le condanne della Corte dei conti che hanno rilevato la mancata copertura finanziaria dei contratti. I gruppi politici non avrebbero rispettato alcuni vincoli di legge: il costo delle consulenze per i cosiddetti esperti non deve essere caricato tra le spese di personale, per le quali il budget a disposizione ammonta a 53mila euro l’anno, ma deve riguardare le spese di funzionamento del gruppo, dove invece ogni consigliere ha soltanto 5mila euro l’anno. Un debito in capo ai capigruppo, in qualità di legali rappresentanti. L’ex capogruppo Pd Paolo Campo sta pagando il debito da 9mila euro a rate, gli altri partiti hanno fatto appello e sono stati condannati in via definitiva: Forza Italia (con Nino Marmo) deve dunque restituire 14.579 euro, i Cinque Stelle (con Grazia Di Bari) devono 112.242 euro, Senso Civico (con Sabino Zinni) deve 6.300 euro, i Popolari (Napoleone Cera) 2.400 euro, Puglia con Emiliano (con Paolo Pellegrino) per 16.957 euro, il Gruppo Misto (Mario Pendinelli) 87.800 euro. La lista Schittulli (Gianni De Leonardis) è stata invece condannata a restituire 24mila euro per illegittimi rimborsi a piè di lista accordati ai collaboratori. Tra i 7 ex capigruppo però ci sono tre consiglieri ancora in carica: Grazia Di Bari (delegata alla Cultura), Gianni De Leonardis e da qualche giorno anche Napoleone Cera. Avere un debito nei confronti dell’ente può essere causa di decadenza, come successo con Stea.
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- di: Raffaele Caruso
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