Erano stati autorizzati ad entrare da dirigenti regionale. Su questo gli avvocati degli otto disabili, destinatari di decreti pensali con le accuse di interruzione di pubblico servizio e invasione di edifici, punteranno durante il processo a loro carico. La notizia dei decreti ha generato sdegno e le associazioni di persone con disabilità stanno valutando ulteriori azioni di protesta. I fatti risalgono dal 13 al 15 luglio scorso quando 21 associazioni che rappresentano le persone diversamente abili protestarono davanti alla Regione per alcuni temi all’epoca scottanti, come gli assegni di cura e la modifica del Progetto vita indipendente. I disabili occuparono il lungomare costringendo i vigili urbani a deviare il traffico. Su questo altro punto pone l’attenzione l’avvocato Giuseppe Piacentino. “Se è stato deviato che interruzione è?” si domanda. Tra qualche mese ci sarà il processo dove saranno chiamati a testimoniare anche il presidente Michele Emiliano e l’assessore al Welfare Rosa Barone, come anche i funzionari regionali che hanno avuto a che fare con i manifestanti. Secondo quanto ricostruito, i disabili vennero fatti entrare dopo l’ok del direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, a una delegazione di 12 persone, Roberto Venneri, segretario della giunta, dette la possibilità di usare i bagni e le macchinette dopo aver saputo che il sit in si sarebbe prolungato anche la notte. Nei passaggi emerge anche che la Regione non sollecitò mai l’allontanamento dei disabili dal palazzo.