In questi anni abbiamo provato in ogni modo ad avere risposte alle legittime domande sulla gestione “fatta in casa” dell’Amtab, l’azienda municipalizzata per il trasporto pubblico barese. Il fu presidente e per un certo periodo anche direttore generale, Pierluigi Vulcano, ha sempre trovato una scorciatoia, evitando il confronto. È persino riuscito a scappare quando è stato convocato in Commissione comunale, nel senso che quanto detto è stato sconfessato analiticamente nel volgere di una manovra del bus senza auto in doppia fila. Assunzioni, promozioni, riassunzioni dopo licenziamenti per giusta causa, il bar, il depuratore, gli affidamenti diretti, la consulenza per il parcometro, gli avvocati amici, la gestione filiale del personale, i presunti “pizzini” sugli interinali da assumere di volta in volta e poi il Bilancio, pesantemente attaccato dai consiglieri comunali di maggioranza Francesco Giannuzzi e Alessandra Anaclerio. Per molti piuttosto un gestione da “Casa della provolina” e non rigorosa come si deve a un’azienda pubblica con centinaia e centinaia di dipendenti.
Vulcano è stato capace di tutto, anche di parcheggiare l’auto aziendale in divieto sotto il suo studio legale o in piazza, in maniera strafottente davanti a tutti, anche al suo datore di lavoro e per alcuni sua garanzia, il sindaco Antonio Decaro. D’altronde non si capirebbe il motivo di tanta protezione rispetto a quanto denunciato nel corso degli anni. Quale segreto detiene l’ormai ex presidente Vulcano? Perché sorride spavaldo e continua a non rispondere alle domande? Ci abbiamo provato anche oggi, accompagnandolo per tre isolati su via Calefati. Era in Tribunale per una causa di lavoro, quella per il licenziamento dell’ex capo officina. Niente da fare, neppure questa volta l’avvocato Pierluigi Vulcano, che qualcuno nel giro di poltrone vede seduto su quella dell’Asi, si è degnato di chiarire ai cittadini baresi le ragioni di certe sue discutibili scelte. Noi restiamo a sua disposizione e se altre volte ci capiterà di incontrarlo casualmente per strada, proveremo ancora a fare domande. È il nostro lavoro chiedere conto, suo dovere è chiarire perché l’Amtab, come detto, non è la Casa della provolina e adesso per rimetterla in sesto ci vorranno diversi milioni di euro. Chissà se il neo presidente, anche lui avvocato, Sabino Persichella, avrà avuto l’incarico di risolvere la situazione senza clamore, o se da amministratore della cosa pubblica chiederà ad altre e più competenti autorità di fare chiarezza su quanto lasciatogli in eredità dall’ex presidente Pierluigi vulcano.