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Primari in Puglia, la denuncia di Conca sulle promozioni in Sanità: “Basta appartenere al sistema”

12 Dicembre 2022
– Autore: Redazione Quinto Potere
12 Dicembre 2022
– Autore: Redazione Quinto Potere

“Come si diventa primari?”. Se lo chiede l’ex consigliere regionale Mario Conca nel suo post di denuncia pubblicato su Facebook. “Nonostante il clamore mediatico, Bonfantino, geriatra lucano successivamente specializzatosi a Foggia con Di Biase, è diventato primario della Cardiologia del Di Venere il 6 dicembre, San Nicola ha fatto il miracolo per mano di Sanguedolce. Grazie al fatto di essere stato illegittimamente per cinque anni facente funzione, visto che l’articolo 22 dispone un periodo di nove+nove e non di sessanta mesi, ha preso 0.75 punti in più per scalzare il dottor Colonna che è la Cardiologia a detta di molti suoi colleghi. Bonfantino aveva meno titoli ma ha fatto un esame orale da 30, con Sivo e Fornelli che presidiano tutte le commissioni alla faccia dell’indipendenza dei commissari, sarà stata certamente l’esperienza maturata da segretario del PD di Bitritto ad avergli dato quello slancio per surclassare il più bravo. Pensate che hanno dovuto riconvocare la Commissione d’esame per rivedere al ribasso di 3.5 i troppi titoli di Colonna, e al rialzo di uno 0.25 quelli del protetto Bonfantino, alfine di ottemperare alle modifiche all’articolo 15 della 502/92 che dall’anno scorso obbligano il direttore generale a rispettare la graduatoria del concorso. Vince il primo, non è più possibile stravolgere la terna prendendo il secondo o, addirittura, il terzo come successo più volte in giro per la Puglia. Nonostante questa ulteriore limatura al punteggio per i titoli, negli atti è cristallizzata la vittoria del dottor Colonna che spero li impugnerà. Vedrete che questa bravura innata del Bonfantino lo porterà a diventare pure capo dipartimento della Cardiologia non appena l’attuale andrà in quiescenza. Non si fermano davanti a nulla, il senso di impunità e la paura di esporsi dei sanitari fottuti li tranquillizza oltremodo, ma i punti tolti al ‘secondo’ gridano vendetta e mi auguro che vi sia un giudice che lo accerti. Anche il terzo è diventato quarto per chissà quale alchimia pitagorica. I sindacati cosa fanno in concreto? La Cgil non ha nulla da dire? L’USPPI a novembre scrisse a proposito delle gravi irregolarità nelle procedure concorsuali della Cardiologia, in nome e per conto dei propri iscritti, e qualche giorno fa ha riscritto per denunciare le gravi irregolarità. Brescia, a mio parere, dovrebbe scrivere direttamente alla procura della repubblica, altrimenti rimangono note inutili”.

“Anche all’ospedale San Giacomo, dove il segretario e capogruppo del PD di Monopoli Comes è stato nominato responsabile della radiologia, si conosce già il designato primario della Rianimazione, dato che è arrivato con un comando ad hoc ed ha vinto l’articolo 22 come Facente Funzione che doveva essere invece riservato agli interni e non a lui. A nulla valsero allora le proteste sindacali della Cgil, che su Bonfantino non mi pare si sia espressa, che chiedeva la revoca della nomina, anzi, a novembre la stessa Asl Bari ha fatto uscire un avviso pubblico per l’immissione in ruolo dei comandi, requisito obbligatorio per diventare direttore di struttura complessa. In questo caso l’USPPI di Brescia non ebbe nulla da dire, forse il fortunato è un loro iscritto? Naturalmente sto parlando di Nicola D’Onghia, che non conosco e mi ricorda le vicissitudini di Di Sciascio, fratello dell’ex rettore del Politecnico amico di Emiliano e attuale assessore della giunta Decaro. Quest’ultimo, il 18 dicembre 2018 arrivò all’ospedale della Murgia per sostituire Ripa fottendo tutti gli interni che a 2 giorni dalla scadenza non sapevano del bando sull’ex articolo 18. Sanguedolce e Semisa applicarano ancora una volta i desiderata della politica di Emiliano e Decaro, due giunte strettamente interconnesse. Non contento, lo Psichiatra Di Sciascio, successivamente e illegittimamente si sorteggiò la commissione, mentre era in 104, che nei mesi successivi l’avrebbe nominato primario del SPDC del Perinei. Ovviamente nel silenzio assordante dei sindacati che passano per essere combattivi, a chiacchiere, dove gli conviene e ad intermittenza”.

“Quelli sopra sono solo alcuni esempi per dimostrare come si diventa primari in Puglia, basta appartenere al sistema ed il gioco è fatto. Stesso discorso vale per i direttori sanitari di presidio, la Altomare alla Murgia ne è un esempio, così incapace di guidare un nosocomio che ha fatto scappare pure la Clownterapia l’oasi del sorriso. Lei si candidò con Emiliano nel 2020 e lui l’ha mandata all’ospedale della Murgia indicandola al suo nominato Sanguedolce che materialmente le ha dato l’incarico. Questo è il rispetto della politica barese per le periferie dell’impero sanitario. Succede in ogni azienda sanitaria e per ogni branca, ci vorrebbe uno studio particolareggiato per avere la mappatura del clientelismo politico che ammazza il merito e la qualità del servizio sanitario con grave nocumento per i pazienti. Per la Rianimazione, ad esempio, ora c’è Milella a capo dipartimento, quello che ha abbandonato il diseredato ospedale della Murgia per andare a prendersi il primariato al San Paolo, dove, oltre ai pazienti, rianimerà gli amici degli amici per accrescere il consenso elettorale del Ras pugliese. Parlo del Milella vicinissimo a Tedesco, quell’Alberto che è, rispettivamente, fratello e suocero di chi ha venduto per anni alla Asl Bari acido peracetico in bustine a 1200 euro al chilo, anziché a 40 in fustino da 5 kg, e le mascherine FFP2 durante l’emergenza sanitaria a 18 euro cadauna, anziché a pochi centesimi. Insomma, uno di provata esperienza e resistente alla prescrizione”.

“Milella fa le nomine pilotate. Lui per primo ha esercitato senza titolo principale per anni, ovvero senza certificato di formazione manageriale per direttori di struttura complessa che ha conseguito solo quest’anno. E nomina solo suoi pari a Molfetta e Putignano, che attualmente sono abusive e devono decadere visto che la legge prevede che avrebbero dovuto prendere il certificato al massimo nella prima sessione successiva al loro incarico. Mentre le due donzelle non si sono neppure iscritte, coloro che possedevano il titolo sono stati cassati alla selezione. Al sistema di potere, che a me piace definire Piovra Pugliese perché con i mille tentacoli arriva ovunque, dei medici che per anni si sono fatti il mazzo per mandare avanti i reparti sguarniti, non interessa assolutamente nulla perché li considera servi utili alla causa non comune. La sanità pubblica in Puglia, che ci costa 7.889 milioni all’anno, non è al servizio dei pazienti, loro se vogliono curarsi per tempo devono pagare o passare dallo studio privato del Direttore che spesso è meno capace dei suoi aiuti. La sanità in Puglia serve solo per fare proselitismo e mercimonio elettorale, poveri assistiti”.