Giovanni ha abbandonato la comunità in cui era ospite e dove da 10 mesi aveva intrapreso la terapia per uscire dal tunnel dell’eroina. La decisione è arrivata dopo che Giovanni e un altro ospite hanno avuto una discussione accesa, fino ad alzarsi le mani. Il suo comportamento, secondo quanto ci è stato riferito, non è mai stato corretto, anzi. Si prendeva libertà che altri non hanno e marciava sempre sul fatto di essere piccolo, ma come sottolinea l’operatore “per lo Stato a 18 anni e un giorno sei adulto come un 50enne”. Non c’è speranza che possa essere reinserito nella comunità e Antonio e Tino sono stati costretti alle 20 a mettersi in auto e raggiungere Taranto per andare a prendere le cose di Giovanni, al momento in stallo in un albergo. Una soluzione deve essere trovata e abbiamo chiesto aiuto ai servizi sociali, al Serd e al suo avvocato. A chi ci dice che siamo degli approfittatori, che aiutiamo solo per avere notorietà, dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza e incominciare a parlare meno a sproposito. A chi piace lasciare la famiglia per andare a risolvere questioni di persone che fino a poco tempo prima erano estranee? La nostra speranza è che Giovanni non ricada nella tentazione di bucarsi dopo 10 mesi di terapia. “Deve capire che c’è gente che lo vuole aiutare, ma se non è nella posizione di essere aiutato allora non puoi ottenere nulla”. Giovanni non ha ancora capito che nulla gli è dovuto e che non deve marciare sul fatto che abbia solo 23 anni. Tutta la vita passata in mezzo alla strada lo ha forgiato molto di più rispetto a un comune coetaneo. Adesso dobbiamo capire dove si trova e una volta trovato una sgridata non gliela leverà nessuno.
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- di: Raffaele Caruso
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