Il Consiglio regionale pugliese, durante la discussione del Bilancio di previsione 2023, ha votato a favore dell’emendamento presentato dal leghista Gianni De Blasi che, in caso di eventuali dimissioni del governatore Michele Emiliano prima della fine della legislatura, permetterà ai consiglieri regionali di restare in carica altri sette mesi, oltre al tempo necessario per indire le nuove consultazioni, quindi circa 10 mesi, con il vicepresidente che guiderà la Giunta. L’emendamento, che di fatto salva la legislatura e regala ben 96mila euro a consigliere, è passato con il voto segreto: 37 voti a favore, 9 contrari e due astenuti.
I tre consiglieri del Movimento 5 Stelle e l’assessore Rosa Barone hanno inviato un comunicato per annunciare di aver votato contro la proposta, mentre i consiglieri Paolicelli (PD), Metallo (PD) e Amati (Azione) hanno ribadito più volte la loro opposizione. Amati ha poi sottolineato in aula che tutto il gruppo di Azione, che comprende anche Ruggiero Mennea e Sergio Clemente, non avrebbe votato a favore, così come Antonio Tutolo del gruppo misto. I voti contrari sarebbero dovuti essere 10, invece sono stati solo 9. I conti non tornano e sembrerebbe dunque che qualcuno non abbia detto la verità.
Le polemiche non mancano. Amati ha dichiarato la norma non costituzionale visto che la Costituzione prevede che la giunta e il consiglio regionale decadano con le dimissioni del presidente della Regione. Inoltre per le elezioni regionali c’è il presidenzialismo. In più c’è da fare i conti ora con il futuro di Michele Emiliano che si intreccia inevitabilmente a quello di Decaro: il governatore dovrebbe lasciare il suo incarico per candidarsi alle elezioni Europee del 2024, mentre la scadenza del mandato regionale è a settembre 2025. Il mandato del sindaco di Bari scade nel 2024, la norma approvata penalizza la sua rapida candidatura alla presidenza della Regione e l’anno in stand-by non sarebbe così tanto utile alla sua missione.