Da piazza Moro a via Crisanzio passando per piazza Umberto e via Nicolò dell’Arca. Siamo in quello che per molti è “l’inferno” barese. Scesi dalla macchina, ovviamente per fare tutt’altro ci imbattiamo in una massiccia operazione anti straccio. Quattro agenti della Polizia Locale “sequestrano” qualche chilo di scarpe e indumenti raccolti dai cassonetti dei rifiuti da alcuni rom e rivenduti dalle loro donne e bambini in piazza Moro. Decidiamo quindi di metterci all’inseguimento delle “abusive” in fuga per presentarci, non avendo fatto in tempo gli agenti a identificarle. Tentativo fallito miseramente sulle note di un fragoroso “Vaffanculo bastardo”. La meraviglia si è manifestata davanti ai nostri occhi quando poco distante, su piazza Umberto, abbiamo incrociato una stazione mobile dei Carabinieri con due pattuglie al seguito, due agenti della Polizia Locale con lo scooter, una volante della Polizia, mentre a pochi passi dalla zona “militarizzata” fioriva rigogliosa l’attività di spaccio. In tutta questa Babele di disperati e paradossi non abbiamo potuto fare a meno di ascoltare due migranti ubriachi fradici, il primo con le braghe quasi completamente calate; l’altro convinto che Antonio si fosse scopato Giusy, una donna appassionata dei nostri servizi divorati mentre era a disintossicarsi in comunità. Nel frattempo due lavoratori vengono fermati dai Carabinieri in piazza Umberto nove ore dopo aver iniziato la propria occupazione. Due persone “normali” come sarebbero potuti esserlo Antonio e Tino, che però tanto normali non sono. Alla fine di questa folle corsa – per capire quanto impegnativa basta chiedere a Tino – tornado in piazza Moro siamo rimasti stupefatti nel vedere due uomini della Polizia Locale in borghese aggiungersi ai quattro incontrati più di un’ora e mezza prima, anche loro frustrati e scontenti impegnati nel fondamentale presidio degli stracci da buttare in discarica. Niente di ciò che vedrete nel video è stato cercato volutamente. È tutto ciò che sarebbe potuto capitare a chiunque avesse deciso di passeggiare ieri sulle stesse vie e allo stesso orario. A pensarci bene, però, ciò che conta non è la sicurezza reale, ma la percezione che si ha di essa e ieri nella zona della stazione, grazie alla massiccia presenza di forza pubblica, la sicurezza percepita era ad un livello mai percepito prima. Quasi dimenticavamo di citare la persona più “normale” che ci è capitato, con piacere, di incontrare: il nigeriano Innocente. Un migrante sorridente e laborioso che come tanti bianchi, pur essendo nero, viene pagato in nero, perché il nero snellisce le tasche del datore di lavoro. Tutto il resto è noia.
Lello e la tana delle tigri, lezioni di pulizia a Debora: a rischio il pranzo da Rocco
- di: Raffaele Caruso
[visualizzazioni_post]