Solo l’accusa di evasione fiscale pende sulla testa dell’ormai ex avvocato Giancarlo Chiariello. Nell’avviso di conclusione delle indagini, è cristallizzata l’accusa di aver nascosto al fisco poco più di 10 milioni di euro di ricavi, omettendo il versamento di 3.4 milioni di imposte. Secondo l’accusa per sei anni avrebbe dichiarato molto meno di quanto realmente avrebbe fatturato con l’attività legale, chiudendo così il secondo filone che riguarda l’ex avvocato. Ricordiamo che Chiariello fu arrestato nell’aprile del 2021 con l’allora magistrato Giuseppe De Benedictis con l’accusa di corruzione in atti giudiziari per aver pagato tangenti in cambio di scarcerazioni. Le perquisizioni fecero trovare a casa del figlio di Chiariello una borsa con all’interno oltre 1 milione di euro in contanti. cadute le ipotesi di riciclaggio e antiriciclaggio. Estraneo ai fatti il figlio, Alberto Chiariello, la cui posizione è stata stralciata e va verso l’archiviazione. La difesa ha presentato un ricorso per Cassazione con cui cerca di ottenere anche la restituzione del contante, che risulta però confiscato per effetto della sentenza in abbreviato con cui il Tribunale di Lecce ha condannato Chiariello e De Benedictis a 9 anni e 9 mesi per corruzione in atti giudiziari. Per gli avvocati i soldi sono i risparmi di una vita che Chiariello non teneva in casa per paura dei ladri. Ma secondo quanto detto da tre pentiti, l’ex avvocato si sarebbe fatto pagare in contanti. le indagini sulla contabilità dello studio, ora chiuso, lka fatturazione e lo stile di vita dell’avvocato, hanno portato gli inquirenti a pensare che Chiariello si facesse pagare in nero, ora unica accusa.