“Dopo il TAR, anche il Consiglio di Stato ha bocciato il ricorso dell’ex DG Arpal sulla decadenza e pure con una parziale condanna alle spese per 2mila euro. Bene, ora si può procedere nel mettere ordine nell’Agenzia, dandogli una struttura di governo all’altezza e indagando accuratamente sulle numerose coincidenze tra assunzioni e appartenenze politiche? Ora speriamo che tutti i costituzionalisti della domenica, ossia i seguaci di questa disciplina per hobbismo, s’acquietino. Speriamo, inoltre, che anche il Presidente Emiliano si dimetta, dopo queste parentesi giudiziaria, dalla postazione di opposizione al buon governo e scelga di entrare tra le fila della maggioranza composta dalle persone di buon senso”. Lo dichiarano i Consiglieri regionali di Azione, Fabiano Amati, Sergio Clemente e Ruggiero Mennea.
“Ringraziamo innanzitutto l’Avvocatura regionale per la difesa accurata delle ragioni della Regione. Il Consiglio di Stato ha motivato il rigetto dell’appello per la sussistenza di seri dubbi in ordine alla giurisdizione del giudice amministrativo nel caso di impugnativa di decadenza automatica dalla carica, implicante essenzialmente l’accertamento di un fatto estintivo dei diritti nascenti dal contratto. Ha inoltre ritenuto, con riguardo al lamentato pregiudizio grave ed irreparabile, che anche l’ipotetica proposizione dell’incidente di costituzionalità nella fase cautelare d’appello non consentirebbe all’appellante di conseguire il risultato sperato, in quanto al giudice amministrativo non è consentito disapplicare la norma di legge (regionale) nelle more del sindacato accentrato di costituzionalità”.