“Vorrei una casa dove poter morire felice. Non ce la faccio più”. Maria è disperata. Vive da settembre “per strada”, è seguita dagli assistenti sociali e resta in lista per ottenere una casa in emergenza abitativa. I casi gravi nel Barese sono circa un centinaio e non si riesce purtroppo a far fronte a tutte le richieste. Maria viene ospitata assieme a suo figlio da un amico e siamo andati a trovarla. “Per non dare fastidio a volte resto in macchina – racconta -. Mi hanno sfrattato non per colpa mia, ho avuto un infarto, c’è stato il Covid che mi ha fatto perdere il lavoro. Ho perso in 18 mesi il mio compagno, mio padre e mia madre che mi aiutavano”.
Maria ha a disposizione un “tesoretto” di 12mila euro messo a disposizione dal Comune, ma non riesce a trovare una casa in affitto. “Non saranno dati da me, ma direttamente dal Comune – spiega -. A noi basta poco, un letto. Ho provato tante volte e ho intascato solo no. Ho 60 anni, sono stanca, voglio un po’ di tranquillità e voglio solo essere serena, ma non credo lo sarò mai”.
La donna percepiva prima 980 euro grazie al reddito di cittadinanza, ora ne prende solo 200 per alcuni precedenti del figlio. Il passato sta condizionando il loro futuro. “Non so cosa fare – continua -. Non voglio soldi da nessuno, voglio solo una casa dove poter morire felice”. Maria a marzo farà richiesta per ottenere una casa popolare, nel frattempo rivolgiamo un appello a chi eventualmente ha disposizione anche un monolocale da affittare direttamente con l’amministrazione Comunale.