La prima parte del processo sul “sistema Primavera”, relativo ad una presunta grande truffa alla Regione Puglia organizzata dall’avvocato Michele Primavera (che ha patteggiato due anni di pena come altri 6 imputati), si è chiuso con il rinvio a giudizio di 7 persone: Enrico Domenico Primavera (figlio di Michele), l’avvocato Salvatore Lanciano, le cancelliere in pensione Maria Cuccovillo e Maria Giannoccaro, Francesca Gernone, Giovanna Senese e Grazia Rita Barone. L’altro figlio, Alberto, ha chiesto invece il rito abbreviato con altri 7 imputati, come riportato da La Repubblica.
Le indagini della Guardia di Finanza sono partite dopo una denuncia presentata dalla Regione Puglia, insospettita dai milioni di euro di spese legali pagate ad alcuni avvocati e maturate sulle cause per il recupero dell’indennità agricola. Secondo l’accusa il gruppo di avvocati avrebbe fatto incetta di mandati, utilizzando tra l’altro le generalità di persone morte, con l’unico scopo di recuperare le spese legali. Un modus operandi ripetuto migliaia di volte l’anno per circa 6 anni, per un costo totale di 22 milioni di euro.