L’Istituto Majorana ancora nell’occhio del ciclone. Dopo l’aggressione subita dal professore Vincenzo Amorese per mano del padre di una alunna che ha fatto tanto discutere, nelle ultime ore le polemiche riguardano la storia di una 14enne presa di mira da un branco di coetanee, spinte da una di loro a commettere azioni denigratorie e violente nei confronti della giovane. Un caso finito in Tribunale. La mamma della 14enne, dopo non aver ricevuto alcun aiuto dalla scuola, si sarebbe fatta giustizia da sola con la bulla, presentandosi in classe e colpendola a testate al termine di un litigio. Il patrigno della bulla, un pluripregiudicato barese, secondo quanto testimoniato dalla donna che ha registrato le chiamate intimidatorie e fotografato gli appostamenti, avrebbe iniziato a seguire la famiglia chiedendo addirittura 20mila euro “o puoi già chiamare le pompe funebri”. Da qui sono arrivate le denunce, per stalking e minacce da parte della madre della vittima e per aggressione in classe da parte della famiglia della bulla.
“Non mi risulta siano avvenuti atti di violenza nella mia scuola, altrimenti sarei intervenuta”, è il commento al Corriere del Mezzogiorno della preside Paola Petruzzelli, ma la vicepreside, ascoltata in udienza, l’ha smentita confermando l’episodio della testata data dalla donna alla ragazza. Ma non solo, visto che la scuola ha già preso un proprio provvedimento disciplinare, spedendo la bulla in una classe diversa, senza una reale giustificazione. “La preside non sa nulla? Bene, ne prendo atto – le parole dell’avvocato Roberto Loizzo che difende la mamma dell’alunna di 14 anni presa di mira dal branco -. Tutti gli episodi di bullismo che la mamma mi ha segnalato sono da me stati comunicati alla scuola dalla quale non ho ottenuto alcun riscontro. La signora mi ha raccontato di come la figlia sia stata aggredita con un mattarello durante la lezione di cucina, ma nessuno ha visto niente e non è stato possibile recuperare le immagini delle telecamere”.