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Vertenza Baritech, licenziati 113 dipendenti: sindacati sul piede di guerra si appellano alle Istituzioni

2 Febbraio 2023
– Autore: Raffaele Caruso
2 Febbraio 2023
– Autore: Raffaele Caruso

I 113 ex dipendenti della Baritech hanno ricevuto in maniera puntuale la lettera di licenziamento dopo il mancato accordo della proroga della cassa di integrazione tra azienda, sindacati e Regione. Uno di loro si è simbolicamente incatenato ai cancelli dello stabilimento situato nella zona industriale di Modugno, mentre il 3 febbraio ci sarà un sit-in di protesta in Prefettura. I sindacati sono sul piede di guerra dopo la decisione dei vertici di Baritech di non concedere altri mesi di cassa integrazione e dopo la trattativa saltata con Arborio s.r.l per la cessione dell’azienda e ora puntano tutto “sulle istituzioni, con la Prefettura e il coinvolgimento dei responsabili della task force regionale, il consorzio Asi (area sviluppo industriale), la Città metropolitana, il Comune di Modugno e ogni altro soggetto istituzionale che voglia essere presente al tavolo di crisi”, come si legge in un comunicato congiunto. L’obiettivo comune è quello di impugnare i licenziamenti e chiedere il pignoramento di una parte dell’azienda, con alla base il mancato pagamento del tfr.

“Serve un decreto legge urgente che permetta come Regione di chiedere la cassa integrazione quando l’azienda non lo vuole fare, come nel caso Baritech”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ospite all’Aria che Tira, parlando della vertenza Baritech, l’azienda presente nella zona industriale di Bari che ieri ha formalmente licenziato 113 operai rifiutando di chiedere la proroga della Cig nonostante potesse farlo per altri 90 giorni. “C’è un difetto normativo – ha detto Emiliano – noi che pure abbiamo accantonato i soldi per la Cig non possiamo chiederla al governo”. “Noi – ha aggiunto – abbiamo chiesto a Baritech un altro mese di Cig, ci siamo offerti come Regione di condividere i costi con l’azienda. Li ho pregati in ginocchio di fare questa richiesta di Cig ma non c’è stato nulla da fare, la risposta è stata cinicamente negativa”. Emiliano ha spiegato che sono arrivate diverse offerte di acquisto dell’immobile industriale e di assunzione di tutti i dipendenti ma “l’azienda non ha più chiesto la Cassa perché immagina di poter vendere l’immobile e ricavare un utile più rilevante”.