È finita, pare, l’occupazione abusiva per Antonio e Tino a Sannicandro. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Locale che hanno chiuso il cancello con catena e lucchetto. Ci è sorto il dubbio che gli agenti avessero chiuso solo le finestre e non la porta. Siamo andati a controllare ed effettivamente il dubbio è diventato reale. La porta era aperta e bloccata solo dal divano, stessa cosa che avevamo già notato nella nostra prima occupazione. Si è proceduto solo con l’abbassare le tapparelle e mettere un filo di ferro che non ci vuole nulla a togliere. Sul caso della casa popolare di Sannicandro ci ha anche risposto l’assessore che si occupa degli alloggi popolari. Ha scritto una nota dove, oltre ad aver confuso l’articolo 11 con l’articolo 21, c’erano anche molte imperfezioni e nessuna risposta alle tante domande che abbiamo posto. Ad esempio: perché la casa di proprietà del Comune di Sannicandro è stata lasciata alla mercé di chiunque? Perché i dieci appartamenti di proprietà dell’Arca sono stati occupati dai legittimi proprietari? Perché altre case sono vuote? È stata avvisata la Procura della Repubblica? Quanti sono gli alloggi da assegnare a Sannicandro? Domande a cui l’assessore non ha risposto. Pensavamo che alla nostra provocazione ci fosse una risposta vigorosa, con i controlli dei contatori, con le graduatorie che sarebbero scalate e le case finalmente assegnate a famiglie bisognose. Una cosa che sarebbe dovuta accadere già da mesi. Non serve quindi scaricare le responsabilità e quindi assessore anziché farlo, risponda alle domande perché la responsabilità politica di questa tristissima vicenda è dell’Amministrazione Comunale di cui Lei fa parte. Speriamo che venga risolta quanto prima perché l’emergenza abitativa è un problema sentito in ogni parte di Italia e deve essere trattata con il massimo rispetto per aiutare le famiglie che davvero ne hanno bisogno.
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- di: Raffaele Caruso
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