“Antonio, per favore, vieni a Termoli, un senzatetto romeno dorme alla stazione e ha un problema alla gamba non può continuare a stare in quel modo”. Seguire una storia a distanza è molto complicato, perché quando si tende la mano a qualcuno bisogna essere pronti a intervenire senza rimandare nulla. La storia di Daniel, 53enne originario della Romania, ci ha incuriosito e abbiamo voluto incontrarlo. Alcuni giorni fa ci siamo messi in macchina all’alba e abbiamo raggiunto Termoli per incontrarlo. La vigilia dell’appuntamento è stata tutt’altro che serena. Daniel, esausto, ci ha accusato di non considerare la sua storia a beneficio di chi – a suo dire – non avrebbe meritato il nostro aiuto. Siamo stati sul punto di annullare tutto, ma alla fine avevamo già comprato un paio di stampelle nuove e un tutore, mentre una farmacista ci aveva messo da parte alcune delle medicine che l’uomo aveva chiesto. Daniel, infatti, ha subito un incidente alla stessa gamba martoriata da un trombo. Insomma, una situazione complicata, resa ancora più difficile dal suo comportamento, non del tutto propenso all’aiuto. Abbiamo infatti scoperto che le istituzioni di Termoli, dove si contano circa 35 senzatetto, aveva già proposto a Daniel l’ospitalità in un dormitorio, così come l’associazione che gestisce il progetto “La Città invisibile”, lo ha invitato più volte a recarsi presso il loro centro diurno. Dopo una chiacchierata abbiamo pensato di aver strappato un impegno da Daniel, ma il giorno dopo averci fatto vedere il dormitorio, l’assessore comunale al Welfare, ci ha comunicato che Daniel aveva preferito dormire di nuovo alla stazione, pur avendo a disposizione un letto. L’occasione della visita all’uomo è servita ad avere conferma su molte delle cose apprese dopo tanti anni vissuti per strada, al fianco di chi non ha davvero niente, ad eccezione di vizi e un carattere niente affatto docile. Neppure successivamente Daniel si è convinto ad accettare l’accoglienza, seppure temporanea, nel dormitorio e ieri sera ci ha mandato una foto dall’ospedale di San Severo, dove hanno dovuto medicarlo in seguito a all’aggressione ricevuta da un uomo che gli ha fatto credere di volerlo aiutare. Almeno questo è il racconto di Daniel. Peccato, perché tanta gente si metterebbe a sua disposizione per alleviargli la sua vita di stenti. Daniel aiutati, che il ciel ti aiuta.
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- di: Raffaele Caruso
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