Il Comune di Bari, in collaborazione con la Regione Puglia e con il supporto tecnico di Capitale Lavoro S.p.a. (Società pubblica in house di Città Metropolitana di Roma Capitale) ha avviato il servizio Porta Futuro, un Job Centre che ha sede presso l’ex Manifattura dei Tabacchi in via Ravanas, a cui si rivolgono persone che sono alla ricerca disperata di un impiego. Tra queste ci sono anche Antonio e Veronica. La loro storia è davvero particolare.
“Non dite che noi ragazzi non vogliamo lavorare. Sono venuto qui e ho firmato un contratto con un’azienda, ma ho chiarito subito che avevo una patologia al cuore e che quindi non potevo fare determinati tipi di lavoro – racconta Antonio -. Pensavo di aver svoltato la mia vita, anche se erano solo 600 euro per 30 ore settimanali. Ma ho detto sì perché ne avevo bisogno. La mia mansione doveva essere quella di addetto ai servizi di pulizia, ma mi sono ritrovato a fare facchinaggio e non era quello stabilito. Ci hanno fatto spostare di tutto, anche lavatrici, vetri, sacchi di cemento, piastrelle rotte. Siamo stati lasciati anche senza divisa, senza scarpe infortunistiche. In più avevo dichiarato di non avere la patente e ci hanno mandato a lavorare in un posto sulla statale 100 dove non arriva nessun mezzo di trasporto. Non ci hanno dato neppure una bottiglietta d’acqua dopo 5 ore di lavoro, dopo aver respirato polvere e ruggine. Sono indignato, non meritavamo di essere trattati così”.
Lo stesso discorso vale per Veronica. “Il giorno dopo non riuscivo ad alzarmi, non ci avevano dato neppure i dispositivi di protezione utili e abbiamo rischiato anche di farci male. Non è che uno non vuole lavorare, non ho nessun problema, ma avrei rifiutato se mi avessero detto la verità. Sono ospite di un dormitorio e percepisco il reddito di cittadinanza, che vorrei eliminare con un lavoro, non mi aspettavo questo tipo di trattamento. Se mi avessero spiegato il vero lavoro, avrei preso una decisione diversa magari”.
Abbiamo chiesto direttamente spiegazioni a chi si occupa della gestione di Porta Futuro. “Il nostro compito, che è quello di intrecciare domanda e offerta di lavoro, si ferma ai processi di selezioni. Non entriamo nel merito del contratto, questo spetta all’impresa – spiega un dirigente -. In questo caso parliamo di un tirocinio formativo per soggetti svantaggiati segnalati dai servizi sociali. Abbiamo dei tutor che monitorano l’andamento dei tirocini. Se c’è qualche problema il tirocinante può far riferimento al tutor del Comune di Bari segnalato e scritto all’interno del progetto formativo della convenzione”. Antonio e Veronica a questo punto dichiarano di aver parlato con i tutor di riferimento ed espongono tutte le perplessità, dopo aver ribadito di essere disposti a tutti i costi di lavorare, a patto che le condizioni siano dignitose. La dirigente ha annunciato che verranno avviati subito i controlli con l’azienda interessata e che, in caso di mancata possibilità nel reinserirli nella stessa, i due verranno ricollocati in un’altra struttura.