Disistimatissimo maestro Inglese, se c’è una cosa di cui non difettiamo sono gli attributi come dice lei nell’ultimo video: le palle. E non ci mancano a maggior ragione quando si scredita il nostro lavoro, che facciamo ben oltre il dovuto e i doveri imposti dalla categoria a cui apparteniamo. Noi, non lei. Ho provato a comprendere le ragioni della sua acredine nei confronti della mia persona e del giornale che con orgoglio edito e dirigo, ma non ho trovato una risposta in grado di giustificare il suo comportamento. “Spiaze” – questa è per pochi – constatare il suo immotivato livore, a causa del quale non abbiamo potuto evitare di andarla a denunciare alla Procura della Repubblica, per tramite della stazione dei Carabinieri di Adelfia. Manteniamo sempre le nostre promesse e lo facciamo nei tempi annunciati e previsti. Ai nostri spettatori, lettori e follower lasciamo modo di criticare, qualche volta anche sopra le righe, ma nel suo caso – per carità, a nostro avviso – con il suo turpiloquio riteniamo abbia ripetutamente superato oltremodo l’asticella della decenza. Non voglio credere che la sua rabbia nei miei confronti e di Quinto Potere trovi davvero origine nel mancato servizio contro la coppia con la quale avrebbe voluto intrattenere un rapporto di sesso a tre, salvo poi scoprire che si era trattato di una truffa. Ormai non è più neppure il tempo del confronto, al quale l’avevo pure invitata, e lasceremo che sia un Tribunale a stabilire il peso specifico della sue parole volgari e gratuitamente diffamatorie. Lasceremo anche a un Giudice il compito di stabilire se io o altri dovessimo avere il dovere di succhiarglielo. Pur rispettando il suo invito e le sue inclinazioni, non gradisco rapporti omosessuali. Voglio immaginare di non doverla più vedere o sentire parlare sul mio e nostro conto. In caso contrario mi troverò costretto, a quel punto anche con il supporto dei singoli colleghi, ad adottare misure sempre più drastiche nel tentativo di contrastare la sua assurda e deplorevole campagna diffamatoria nei confronti di un gruppo di professionisti pronti a tutto ogni giorno pur di schierarsi dalla parte dei più deboli e della verità. In funzione di ciò di cui mi occupo quotidianamente si figuri se posso temerla. Provo sentimenti contrastanti di tristezza e pietà nei suoi confronti, incapace di un dialogo civile solo per raccattare qualche iscritto e visualizzazioni in più sul suo interessantissimo canale YouTube. Ai nostri lettori e spettatori forniamo tutte le rassicurazioni necessarie su come investiamo le risorse che decidono di affidarci o il loro appoggio attraverso il sostegno al giornale nei modi più disparati. Così come non ci siamo permessi il dileggio dei suoi contenuti urlati e pieni di volgarità, gradiremmo – rispettando la sua contrarietà al nostro modo di lavorare – critiche costruttive e non offese personali, parolacce e diffamazioni di ogni tipo, senza tra l’altro avere la benché minima prova di ciò che va blaterano. La salutiamo con grande compassione e disistima totale pronti, come detto ma lo ribadiamo, a difendere in ogni sede opportuna la nostra immagine e il nostro lavoro.
Lello e la tana delle tigri, lezioni di pulizia a Debora: a rischio il pranzo da Rocco
- di: Raffaele Caruso
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Editoriale
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